Salvatore Pronestì

“Il musicista che ridà anima e vita ai vecchi organi a canna”

Pino Nano

Il Maestro Organaro Salvatore Pronestì

Questa che vi racconto oggi è una storia straordinaria, una storia di resilienza, la storia di un musicista che avrebbe potuto vivere in giro per il mondo tutta la sua vita, e che invece ha scelto con una determinazione fuori dal comune di restare in Calabria e di fare in Calabria quello che per tutta la vita aveva sognato di fare, il maestro d’organo. Una storia che in questi anni è già stata raccontata dai giornali stranieri con grande enfasi, soprattutto perché si parla di un mondo, quello degli organi a canne, che ancora oggi sono il cuore pulsante di mille chiese in giro per il mondo, e che solo in pochi sanno davvero suonare e soprattutto restaurare. Ma prima di ogni cosa devo dichiarare il mio conflitto di interessi, perché nessuno abbia dubbi sulla storia che sto per raccontarvi.

Questa storia nasce in un piccolo paese del vibonese, che è Sant’Onofrio, e che è il mio paese di origine, dove io ho trascorso la mia infanzia e dove ho lasciato mille amici e mille ricordi bellissimi, rimasti tali e intatti per sempre, legati a quella mia stagione felice della mia vita, e questo potrebbe spingermi a pensare che Sant’Onofrio sia ancora il cuore del mondo, dove tutto, insomma, è assolutamente meraviglioso. È vero, confesso di averlo pensato mille volte-mille, e ci ho creduto anche fortissimamente, ma non in questo caso.

Questa che vi racconto oggi è la storia vera ed esclusiva di una bottega artigiana che conoscono ormai tutti i grandi maestri d’organo del mondo, perché in questo angolo di paradiso che è la collina di Via Palmiro Togliatti, alla fine del paese di Sant’Onofrio, lungo la provinciale che porta poi a Vibo Valentia, c’è oggi un laboratorio di restauro di organi a canne unico nel Mezzogiorno d’Italia. Una storia che nasce da lontano.

La Bottega-laboratorio del grande organaro calabrese Salvatore Pronestì

La “Bottega Organaria” di Salvatore Pronestì nasce di fatto a Cremona nel 1993, nella strettoia di Via Oberdan, all’ombra del campanile di S. Agata e circondata dai liutai del centro storico della città. II titolare è da allora sempre lui, il “Maestro Organaro” Salvatore Pronestì, 30 anni pieni di lavoro e di successi, di riconoscimenti e di premi, di gratifiche e di consacrazioni ufficiali, di concerti e di applausi, che la rete digitale e la generazione dei social ha trasformato in un evento mediatico di proporzioni vastissime.

-Maestro, posso chiederle come nasce questa sua passione per gli organi a canne?

“Per caso, quando ero ancora bambino, a casa mia, proprio qui di fronte dove oggi c’è la mia bottega, e dove spesso veniva a trovarci il sacerdote del paese, don Gaetano Currà, un uomo che ha profondamente segnato la mia infanzia e la mia vita.

-Cosa c’entra un sacerdote con la sua passione per la musica?

“Centra e come. Don Gaetano Currà era appena arrivato in paese come nuovo parroco e in Chiesa, durante le celebrazioni, faceva spesso ascoltare delle musicassette, oggi non ci sono più, non si usano più, ma un tempo la musica veniva registrata su cassette audio che poi venivano inserite in un mangiacassette e che noi ascoltavamo in religioso silenzio. E su queste musicassette che lui portava in Chiesa c’erano le musiche di un organo a canne. Bene, da quel momento io capii che la mia vita sarebbe rimasta segnata per sempre da quella musica”.

-In che senso Maestro?

“Nel senso che io rimasi così preso da quella musica, da quelle tonalità, da quegli arrangiamenti che da quel giorno non smisi neanche per un momento di pensare agli organi a canne. Mi piaceva la solennità di questa musica, e mi piaceva soprattutto l’idea di poter un giorno suonare un organo a canne e tenere dei concerti in pubblico perché sentivo che quella musica avrebbe coinvolto come era stato con me migliaia e migliaia di persone, e naturalmente non solo in Italia. Mi innamorai di questo strumento così come non avrei mai potuto immaginare, e mi innamorai di questa musica così ricca di suggestioni da pensare che avrei dedicato tutta la mia vita a conoscere meglio la magia degli organi a canne”.

-I suoi genitori come la presero?

“Capirono che quella musica mi aveva affascinato e rispettarono la mia passione. E da quel momento la mia stanza incominciò a riempirsi di nuove musicassette e soprattutto di vecchi dischi in vinile con su incisi i più grandi concerti internazionali di organo”.

Il Maestro Organaro Salvatore Pronestì

-Chi fu il suo primo maestro?

“Indimenticabile quell’uomo. Il mio primo maestro, o meglio il mio primo vero grande maestro fu il prof. Luigi Celeghin, lui era veneto, padovano, veniva da Roma dove insegnava all’Accademia di Santa Cecilia, e si era trasferito a Vibo Valentia dove era appena nata l’Accademia Ipponiana, la dirigeva il professor Chiarella, e dove io incominciai a studiare l’organo. Era appena nata l’Accademia Ipponiana, e io fui il primo allievo di quella Fondazione Musicale che aveva scelto di diventare maestro d’organo”.

-Perché lei oggi mi dice che Luigi Celeghin rimarrà per lei un punto di riferimento assoluto?

“Perché fu lui a indicarmi la strada migliore da seguire. Lui capì che io sarei stato un grande organista, ma secondo lui questo non bastava a rendermi un musicista completo. Per essere un maestro d’organo completo serviva anche conoscere l’anima dello strumento, entrarci dentro, capire come era fatto, e soprattutto conoscere a mena dito canna dopo canna, sonorità dopo sonorità. E un giorno, ricordo, mi disse “Ma perché non fai l’organaro. Vedi Salvatore, di organisti è pieno il mondo, ma di organari ce ne sono sempre pochi e diventare organaro oggi è un’arte meravigliosa e rarissima. Solo i primi arrivano alla fine di questo percorso”.

-E a quel punto lei cosa decise di fare?

“Finito il Liceo classico i miei volevano che io proseguissi i miei studi all’Università e a quel punto io non ho perso altro tempo. Sapevo che la patria degli organi a canne era la Lombardia, e sapevo che tra Cremona e Brescia avrei potuto incontrare e conoscere i grandi maestri organari ancora rimasti sul mercato. Dovendo scegliere scelsi la facoltà di musicologia a Cremona, una delle facoltà universitarie allora più prestigiose d’Europa, e questo mi permise di frequentarli tutti, allora io andavo da loro a bottega, in Italia non esiste una scuola organaria, e a bottega da loro per i primi due anni ho imparato anche a rubare loro i loro veri segreti di mestiere”.

Il Maestro Organaro Salvatore Pronestì

-Qual è stato il giorno più importante di quella sua esperienza?

“Il giorno in cui aprii la mia prima partita d’Iva. Il giorno in cui mi misi in proprio, sapendo anche che i rischi erano tantissimi. Ma io ci credevo tantissimo. Era il 1993, e da quel giorno inizia ufficialmente la mia storia organaria. 31 anni di lavoro, di cui oggi vado assolutamente fiero”.

-Perché un giorno lei decide di lasciare Cremona e tornare in Calabria

“Perché dopo otto anni di Cremona, mi sentivo ormai pronto per tentare il grande salto. Sapevo che al Sud non esisteva una vera e propria industria organaria, e allora ho pensato che tornando a casa mia avrei potuto finalmente colmare un vuoto enorme per tutto il Mezzogiorno. Cosa che poi è avvenuta puntualmente. Una volta arrivato in Calabria, ho costruito il mio primo laboratorio-bottega, un lovale di 500 metri quadrati dove oggi c’è tutto quello che vede”.

-Lei è figlio di due professori, anche importanti, molto conosciuti e molto apprezzati in tutto il vibonese. Sua mamma, Giovanna Lopreiato, soprattutto, è stata professoressa di lettere di intere generazioni: come ha accettato lei l’idea di vedere un figlio metà musicista e metà falegname, se posso usare questo termine?

“Immagino non sia stato facile per loro accettare l’idea di avere un figlio organaro. Fino ad allora da noi si sapeva bene cosa fosse un organista, era un maestro di musica che suonava l’organo a canne, ma nessuno in realtà sapeva cosa fosse invece e in realtà un organaro. E io, che sapevo cosa stavo facendo, li ho aiutati ad accettare questa mia condizione. Ho pensato “Prima o poi se ne faranno una ragione”. Per loro l’organista era semplicemente una sorta di sacrestano che rispondeva al sacerdote, niente di più. Non immaginavano neanche da lontano che ci potesse essere alle spalle di un organista una carriera musicale prestigiosa e importante. Figurarsi poi se potevano mai immaginare cosa significasse costruire o restaurare un organo a canne. Oggi invece mia madre è una delle mie fans più sfegatate”.

-Come definirebbe oggi questo suo ruolo nel cuore del Sud d’Italia?

“Più che di una professione, io parlerei di una missione. Oggi, posso dirlo con grande serenità e consapevolezza, grazie anche al mio lavoro e alla mia presenza qui in Calabria, moltissimi hanno finalmente scoperto la musica d’organo e hanno capito quanto un organo a canne sia fondamentale nel grande panorama mondiale della musica”.

Compiuti gli studi classici e i vari corsi di perfezionamento in organo, Salvatore arriva dunque a Cremona dove, agli studi di Paleografia e Filologia Musicale affianca la visita ad alcune botteghe artigiane del luogo, cogliendone e assorbendone fino in fondo gli aspetti della lavorazione artistica e le tecniche di restauro filologico dei manufatti antichi. Roba da specialisti, materia assolutamente raffinata e rarissima, un’arte che pareva destinata a sparire in Italia.

Perfezionata l’arte organaria e acquisita una grande manualità, cosa che oggi gli riconoscono i più famosi artigiani d’Europa, il Maestro Salvatore Pronestì, allievo del grande Luigi Celeghin, apre finalmente una bottega artigiana tutta sua, dove incominciano ad arrivare le prime commesse importanti. Sono soprattutto vecchi strumenti da riparare e da rimettere a nuovo, strumenti importanti nella vita della città e del circondario. Sembra quasi un miracolo, ma dalla sua bottega questi “rottami” diventano organi di grande fascino, strumenti musicali che riconquistano la loro bellezza originaria, e la magia che avevano al momento della nascita e della loro prima costruzione. Poi, una volta restaurati come d’incanto si trasformano anche in monumentali opere d’arte. È il trionfo della migliore tradizione italiana, ma nel giro di pochi anni, diventa anche la migliore tradizione europea.

La provata sensibilità acustica porta Salvatore a collaborazione. per più anni in qualità in qualità di intonatore ed accordatore con la Fabbrica Organi Ruffatti in Albignasego, siamo alle porte di Padova, coadiuvando alla finitura di importanti lavori molti dei quali ancora oggi in manutenzione nella bottega del Maestro Pronestì. Oggi a 53 anni compiuti il musicista-artigiano Salvatore Pronestì ha al suo attivo decine e decine di master diversi e di convegni anche internazionali, spesso rivolti agli studenti delle classi d’organo e incentrati sulla conoscenza teorica e pratica della costruzione organistica. Sulla base dell’esperienza sul campo -ci spiega- e dell’approfondita conoscenza strutturale dello strumento, “è assolutamente necessario che un attento esaminatore predisponga perizie e procedure su corpi e opere sottoposti ad esame. Al lavoro musicale manuale si deve insomma affiancare un’intensa attività concertistica, e questo accade molto spesso con l’inaugurazione dei propri strumenti, siano essi nuovi o siano stati restaurati”.

C’è da dire -ma questo lo scrivono i critici più severi di questo settore musicale così elitario e complesso- che, come organista, il Maestro Pronestì è oggi “particolarmente apprezzato nelle improvvisazioni in vari stili, nonché in trascrizioni e opere inedite per organo di marce sinfoniche della tradizione bandistica, brani d’opera, musiche da film e temi popolari”.

Il suo palmares ci dice che nel settembre del 2018, in occasione del 25° anno concertistico, viene invitato ad un importante concerto nella famosissima Nikolaikirche di Lipsia, dove esegue improvvisazioni su temi di Bach. Sarà un successo senza precedenti per lui, ma anche per il mondo organario europeo. Tanto che due anni più tardi, nell’autunno del 2020, viene invitato a suonare nella Chiesa di San Nicola per celebrare il concerto del 250° anniversario “Hommage à Ludwig van Beethoven” con brani e improvvisazioni che solo lui poteva permettersi.

Poi, ancora, nell’ottobre del 2018 diventa “visiting professor” presso l’UFPR, l’Università Federale del Paranà, in Brasile, per il corso di “basso continuo e improvvisazione”, con un corso monografico seguitissimo da tutto il mondo accademico brasiliano sugli organari tradizionali italiani. E nel gennaio del 2020, a coronamento dell’intero percorso organistico che ne ha fatto quasi un’icona del settore, viene invitato nella famosa Thomaskirche di Lipsia, centro storico della cultura di Bach, dove nei fatti sarà il primo organista solista di quell’anno, con due concerti consecutivi, tra cui vespri d’organo – la serie Mottetti, Musica in Chiesa di Bach.

Ma tra il 2018 e il 2020 il musicista calabrese vive uno dei suoi momenti più esaltanti della sua carriera, ed è quando il 10 dicembre del 2019, è un martedì, viene invitato a New York dalla Gaber Wiener Foundation a tenere un concerto che verrà poi ripreso e raccontato dalle grandi reti radiofoniche e televisive d’America. La location è davvero esclusiva, siamo alla Sinagoga Centrale di New York, al numero 652 di Lexington Ave, il tempio della religiosità della Grande Mela, e le immagini del musicista calabrese prostrato sulla tastiera del Grande Organo Casavant presente nel tempio fanno il giro del mondo della musica. Dopo l’esordio alla Central Synagogue di New York, il Washington Post annuncia il suo prossimo concerto, in Grace Church, celebrato e dedicato alla città di Washington nel novembre del 2021.

Ma indimenticabile rimarrà anche per i parigini la sua presenza in Francia dove, invitato nel settembre del 2022, siede in frac davanti alla tastiera del prestigioso organo Cavaillé-Coll, in St. Sulpice, e per il Recital d’Organo nella Basilica Cattedrale di St. Denis per la giornata del Patrimonio Europeo.

-Maestro ma lo sa che qualcuno l’ha paragonata al grande Maestro Organaro Marco Maria Bossi?

“Impossibile un confronto con lui. Lui era un mito della musica d’organo e nessuno mai riuscirà ad eguagliare la sua maestria. Semmai il paragone riguarda il viaggio dall’Italia a New York, che lui fece prima di me quasi un secolo prima, esattamente nel 1924, quando finalmente accettò le reiterate proposte di concerti a New York e a Filadelfia sugli organi ipertrofici degli “auditoriums” della ditta Wanamaker. Il Maestro Bossi partì alla metà di novembre di quello stesso anno e, sia a New York sia a Filadelfia, partecipò poi al torneo organistico insieme ai più grandi musicisti d’organo del tempo. Da Marcel Dupré a Nadia Boulanger, da Charles Courboin a Christian Müller. Christian, e riscosse un successo immenso. Addirittura, raccontano gli storici che a New York incise anche rulli per organo meccanico per la ditta Aeolian. Poi il 17 febbraio del 1925 ripartì per l’Italia sul piroscafo “De Grasse”, ma pochi giorni dopo, il 20 febbraio, morì a bordo per una improvvisa emorragia cerebrale. I giornali del tempo ricordano che a bordo si sospesero le feste di carnevale e a Le Havre, il 28 febbraio, la salma fu ricevuta con onoranze ufficiali del governo italiano. Trasportata a Como, fu tumulata definitivamente nella tomba di famiglia il 25 ottobre 1925. Una vera leggenda”.

-Ma nell’era digitale in cui viviamo, e dove tutto viene copiato, imitato, e riprodotto come suo originale, non ha paura di essere superato dalla tecnologia moderna? Dalla stessa intelligenza artificiale?

“Ma lei davvero immagina che l’Intelligenza Artificiale possa sostituire un organo a canne? O che la tecnologia più avanzata possa sostituirsi ad un organo a canne? Mi creda, è assolutamente impossibile. E nel tempo che mi rimarrà ancora da vivere accanto agli organi a canne combatterò un’altra mia missione fondamentale, che è quella di dimostrare come certe musiche d’organo riprodotte dalla tecnica siamo dei falsi madornali, nulla a che vedere con le musiche originali”.

Ma torniamo per un attimo alle origini.

Nel 1997, vista la crescente richiesta di restauri e manutenzioni in tutta l’Italia meridionale, la “Bottega Organaria” del maestro Salvatore Pronestì si trasferisce definitivamente a Sant’Onofrio, a due passi da Vibo Valentia, dove viene allestito un moderno laboratorio organaro, particolarmente specializzato nella realizzazione di nuovi strumenti musicali.

Inizia così una intensa attività che porta l’azienda a diventare ditta di fiducia della Soprintendenza della Calabria per il restauro degli organi storici, “riportando all’originale bellezza sonora alcuni tra i più pregevoli organi ancora presenti nelle cinque province calabresi”.

L’anno Giubilare 2000 è l’anno del boom, per via delle tantissime nuove commesse, restauri e costruzioni di nuovi strumenti “tra gli otto e i quindici registri” che finiscono poi tra la Sardegna, le Marche, e soprattutto la Puglia, dove il Maestro Pronestì diventa “uno di famiglia” per le continue missioni e visite agli organi appena realizzati da accordare e da controllare, una vera e propria storia d’amore tra il maestro artigiano e le sue “creature”.

Intanto la bottega artigiana calabrese cresce a vista d’occhio, per via di progetti a prima vista impossibili da realizzare, ma alla fine Salvatore Pronestì arriva là dove moltissimi altri artigiani italiani ed europei non erano mai arrivati. Forse semplicemente perché non avevano mai osato fino a tanto.

Nel 2004, siamo praticamente dieci anni dopo l’inaugurazione del suo primo laboratorio artigiano il Maestro calabrese costruisce e inaugura un grande organo “con 44 registri ed oltre 2000 canne”, una vera e propria impresa, ma alla fine il risultato è così straordinario che il Maestro Pronestì decide di installare il suo nuovo “gioiello” direttamente a casa sua, e dove periodicamente vanno in scena importanti concerti d’organo tenuti da grandi Maestri Organisti di chiara fama.

Ma non solo lavori artigianali. È l’attività musicale, nelle sue varie forme e declinazioni, “che alla fine -dice il maestro- “completa la storia e la figura stessa della nostra Bottega”. E tutto questo- aggiunge-, “vale come proposta concreta per la diffusione e la valorizzazione sul nostro territorio dell’intera letteratura organistica, della musica antica e barocca, sacra e liturgica, includendo anche un particolare settore dedicato alla conservazione e alla esecuzione della propria musica tradizionale”.

Pino Nano

II Consiglio Regionale della Calabria, nel marzo del 2006, riconoscendo il valore artistico dell’artigianato musicale di casa Pronestì, attribuisce alla “Bottega organaria” di Sant’Onofrio il “Contrassegno di origine e qualità”, iscrivendo l’azienda come “Azienda Speciale delle Imprese Artigiane” unitamente alla collocazione degli strumenti musicali dell’artista calabrese nella grande Vetrina dell’Eccellenza Artigiana della Calabria.

Infine, siamo nel luglio del 2007, la Regione Calabria conferisce al Maestro Salvatore Pronestì la qualifica di “Maestro Artigiano per l’attività di costruzione e restauro di organi a canne”, avviando così anche la formazione dei giovani apprendisti negli aspetti teorici e pratici dell’arte organaria, ed estendendo infine gli insegnamenti del grande maestro artigiano calabrese ai progetti musicali scolastici via via immaginati e predisposti dalle scuole calabresi. Cosa che poi, col tempo e col passare degli anni, è diventato anche patrimonio nazionale.

Pino Nano

-Maestro qual è la vostra specificità, e di cui lei va assolutamente fiero?

“Credo di poterle dire che oggi un aspetto importante del nostro lavoro è lo scrupoloso restauro degli organi antichi. Nella stragrande maggioranza dei casi sono organi costruiti secondo i diversi sistemi meccanici e pneumatici appartenenti alle diverse epoche e realizzati dalle varie scuole organarie di tradizione italiana. La metodologia di restauro usata da noi si identifica nell’esecuzione dei lavori di recupero seguendo rigorosamente le regole di restauro filologico, oggi ben identificate e tutelate dalle locali Soprintendenze di competenza. Questo significa che gli strumenti rientranti in tali categorie sono seguiti costantemente dalla nostra azienda, dal sopralluogo iniziale prima dello smontaggio al collaudo finale”.

-Maestro ma che metodo segue nel suo lavoro?

“Vede, tutti gli elementi strutturali dell’organo antico sono attentamente catalogati, documentati fotograficamente, e successivamente indirizzati alle effettive operazioni di restauro”.

-Più precisamente Maestro, cosa significa tutto questo?

“Le faccio un esempio. Nelle parti lignee, dopo la cura tarmicida, si procede – se necessario – alla ricostruzione delle parti vitali mancanti, alla rettifica dei piani esistenti, alla reimpellatura filologica delle valvole e dell’intera manticeria. Mi spiego meglio, la collocazione dell’elettroventilatore, ormai necessaria, è effettuata in modo discreto, lasciando assolutamente inalterato e funzionante il sistema di alimentazione originale. Così come le meccaniche sono sottoposte a pulitura, le tastiere registrate e completate nelle coperture, eventuali dispositivi pneumatici rimessi in funzione ricostruendo membrane, borsette e tubolari secondo gli elementi originali”.

-Quale è la parte più complessa del suo lavoro?

“Direi che sono forse le canne antiche, perché sono soggette al riordino storico, seguendo le numerazioni presenti e tramite la comparazione dei diametri. Venga le faccio vedere cosa facciamo. Vede? Gli allungamenti ai piedi ed ai corpi sono effettuati utilizzando lastra di lega omogenea per il ritrovamento del corista e del temperamento originale. Infine, la severa accordatura “in tondo” segue all’allineamento dell’intonazione voluta dal costruttore. Questo vuol dire che alla fine l’organo viene così restituito alla sua primitiva fisionomia lasciando inalterate da aggiunte o modifiche arbitrarie le proprie caratteristiche iniziali”.

-Mi cita uno dei tantissimi organi che lei ha rimesso a nuovo e di cui è fiero per il risultato finale conseguito?

“Senza dubbio il Grande organo a canne del Pantheon a Roma. Strumento meraviglioso che il mondo ci invidia. E che a me ha portato anche tanta fortuna”.

-In che senso Maestro?

“Dopo averlo risistemato e rimesso a nuovo, mi è stato chiesto di diventare Direttore Artistico di un Festival Internazionale di musica d’Organo che ogni anno il Panteon organizza qui a Roma e dove arrivano i più famosi maestri d’organo del mondo. Esserne il direttore artistico mi ha permesso di allacciare mille rapporti internazionali diversi, cosa che poi permette a noi italiani ed europei di essere invitati come ospiti e protagonisti nei Festival di tutto il mondo. Uno scambio di professionalità e di genialità davvero unici. È anche per questo che quasi tutti i miei concerti si tengano all’estero, in giro per il mondo”.

-Ma come immagina lei il futuro degli organi a canne?

“Per gli organi a canne il tempo dell’amore non finirà mai e il futuro è il presente, così come il presente è il passato. Il mondo degli organi a canne ha un fascino e una magia che diventa davvero difficile da raccontare o da tradurre in linguaggio scritto. Mi creda”.

Pino Nano

-Lei ha girato il mondo, ha tenuto concerti nei luoghi più iconici della musica d’organo e della musica religiosa, e so che diventa difficile citarne uno solo, ma può provare a farlo oggi per noi?

“Immaginavo che alla fine della nostra lunga conversazione mi avrebbe tirato un tiro mancino, ma non ho nessuna difficoltà a dirle la verità. E’ stata la mia ultima tournée in Canada, tra Vancouver, Toronto, e Montreal, e il concerto più bello per me è stato quello che mi ha organizzato uno dei figli più cari di Sant’Onofrio in Ontario, Nato Febbraro, che mi ha fatto trovare attorno tutta intera la comunità santonofrese dell’Ontario. E’ stata una notte magica, che mi porterò nel cuore e nella mente per sempre”.

Già Maestro di Cappella della Cattedrale di Vibo Valentia, Salvatore Pronestì viene poi chiamato a ricoprire l’incarico di Organista Titolare nella Cattedrale della sua diocesi, che è quella di Mileto-Nicotera-Tropea, e da cui lui- racconta- “non si sposterà mai più”, per via del grande amore che il giovane musicista coltiva per la sua terra e per la gente che viene a sentire i suoi concerti come se andasse ad un concerto di Vasco Rossi. Emozionante, coinvolgente, elettrizzante, soprattutto se si pensa quando per lunghissimi anni le giovani generazioni siano rimaste lontane dalla musica di un organo.  Ma non finisce qui. Per tre anni consecutivi (2015,2016,2017) tiene il concerto di chiusura del Festival Internazionale d’Organo di Chant D’Oiseau a Bruxelles, mentre per due anni consecutivi (2021,22) viene invitato nella Cattedrale di Losanna in Svizzera al prestigioso Festival Internazionale “Organissima”. Siamo davvero ai massimi livelli di questo mondo così elitario ed esclusivo.

Musicista da Record

Per la storia della musica d’Organo il Maestro calabrese Salvatore Pronestì detiene oggi tre record assoluti, sono record mondiali, che danno di lui l’esatta dimensione professionale acquisita sul campo.

È lui, infatti, il primo musicista europeo in senso assoluto ad essere stato invitato dalla United States Military Academy, la storica e prestigiosissima Academia di West Point, nello Stato di New York, per un concerto d’organo di cui negli Stati Uniti hanno parlato le grandi reti televisive americane. Nel cuore della grande area dell’Accademia Militare Americana sorge infatti la Cappella dei Cadetti Militari e dentro di essa viene custodito e gelosamente conservato un magnifico organo a canne, considerato uno dei più grandi al mondo. Installato nel 1911 con l’aiuto e la visione del Colonnello Hugh Scott, che all’epoca ne era il sovrintendente, l’organo contava inizialmente 2.406 canne individuali, oggi ne ha 23.511, il numero più alto di canne di qualsiasi altro organo contenuto in un edificio religioso.

Il secondo record del musicista Santonofrese è la sua presenza e la sua partecipazione diretta, primo ed unico musicista europeo, sempre in America ad Atlantic City nello stato del New Jersey, ad un concerto che lo ha visto mattatore assoluto alla consolle di un organo che viene oggi considerato l’organo più imponente del pianeta, è l’organo del Boardwalk Hall Auditorium, un organo a canne installato presso la Boardwalk Hall,che un tempo si chiamava Atlantic City Convention Hally), e che realizzato dalla Midmer Losh Organ Company, è oggi il più grande al mondo per numero di canne. Si parla ufficialmente di 33 116 canne, anche se il numero esatto non è mai stato reso noto. Pensate che l’auditorium principale che ospita questo strumento ha le dimensioni di 148 × 88 × 42 metri, con una superficie di 13 000 metri quadrati, per un volume di 420 000 metri cubi, roba da pazzi, ma è così enorme che dentro questi spazi anni fa fu fatto volare un elicottero commerciale che sembrava fosse caduto direttamente dal cielo nel cuore dell’auditorium. Siamo sul lungomare dell’Oceano Atlantico di Atlantic City, a due passi dai grandi casinò della città del divertimento, un Pala-Eventi dove ogni anno si celebra il famosissimo Concorso di Miss America.

Terzo record assoluto, infine, del Maestro Salvatore Pronestì: è lui l’unico organista europeo che sia mai stato invitato a tenere ben cinque concerti diversi a Lipsia, città natale del grande compositore tedesco Johann Sebastian Bach, due dei quali tenuti con grandissimo successo di critica e di pubblico all’interno della Chiesa di San Tommaso “dove io ho vissuto- racconta Salvatore Pronestì- una delle mie esperienze professionali ma anche mistiche più straordinarie della mia vita. Durante le prove per tutta una notte sono rimasto chiuso in Chiesa per studiare gli spartiti che avrei suonato il giorno dopo, e io quella notte ho suonato per il grande Bach guardando la sua lapide e la lastra che ricopre la sua tomba. E’ stato uno dei momenti più suggestivi della mia carriera di maestro d’organo”. Gli altri tre concerti il maestro calabrese li ha tenuti nella Nikolaikirche, è una chiesa evangelica, romanica, sita nel centro storico della città tedesca di Lipsia, dove predicò Lutero avviando così la riforma luterana, e dove Johann Sebastian Bach ha eseguito le sue composizioni per la prima volta. Ed è infine la Chiesa romanica di stile gotico dove nel 1989 ci furono molti raduni con proteste pacifiche sulla piazza antistante che portarono in seguito alla caduta del muro di Berlino e alla Germania unita.

I Miei Concerti per il mondo.

-Italia: Busseto (Parma) Chiesa delle Roncole – Casa Natale di Giuseppe Verdi, Concerto per la Salvaguardia dei Luoghi Verdiani (luglio 2019); Milano, Concerto in Casa Verdi, residenza per musicisti (luglio 2019); Roma, Basilica Monumentale Pantheon, concerto di apertura dei restauri d’organo (novembre 2019); Corsanico (Lucca), Festival Organo Colonna (luglio 2019); Legnago (Verona), Festival Organistico Legnaghese (novembre 2919); Padova, Santuario Madonna Pellegrina, Festival d’Organo (novembre 2019);

-Belgio: Bruxelles (2015, 2016, 2017); Bruges (2016);

-Ucraina: Odessa (Festival musicale di Odessa, 2016, 2017); Odessa (concerto di Natale, gennaio 2017); Odessa (settembre 2018); Filarmonica Kmelnivsky (ottobre 2016, gennaio 2017, agosto 2018, maggio 2019); Filarmonica di Chernivsky (ottobre 2016, gennaio 2017, agosto 2017, novembre 2017 concerti per l’università, agosto 2018, maggio 2019); Filarmonica di Rivne (Apertura del Festival d’organo, gennaio 2017, luglio 2018, maggio 2019); Filarmonica di Kharkiv (inaugurazione del nuovo organo Schuke, gennaio 2017, agosto 2018); Filarmonica di Lviv (Festival dell’organo, luglio 2017, maggio 2019); Filarmonica di Dnipro (gennaio 2019); Sala dell’organo nazionale di Kiev (gennaio 2019);

-Germania: Augusta (agosto 2017, agosto 2018); Halle – Marktkirche – Estate d’organo 2020; Lipsia – Nikolaikirche – Festival d’organo 2018; Lipsia – Thomaskirche – 2 Mottetto da concerto 2020; Lipsia – Nikolaikirche – Festival d’organo 2020;

-Portogallo: Porto (Igreja dos Clérigos, maggio 2017); Guimarães (maggio 2017); Miranda do Douro (Cattedrale, ottobre 2018);

-Polonia: Zielona Góra (luglio 2017);

-Canada: Montreal (settembre 2017);

-Francia: Parigi (gennaio 2018) Festival “Vieni, Bach”;

-Brasile: Curitiba (gennaio 2018, ottobre 2018); UFPR, Universitade Federal do Paraná – masterclass e concerti (novembre 2018); San Paolo (ottobre 2018);

-U.S.A: New York, Sinagoga Centrale (dicembre 2019);

-Svizzera: Ghiandola (febbraio 2018.

Pino Nano

 ORGANI RESTAURATI

Ricardi Barbalaconi (VV), Chiesa di S. Michele, Organo Petillo 1850

Brattirò (VV), Chiesa Ss. Cosma e Damano, Organo Petillo 1850

Corigliano Calabro (Cs), Castello Ducale – Cappella S. Agostino

Cervicati (Cs), Chiesa di San Nicola, Organo Positivo 1700

Chiaravalle (Cz), Chiesa Santa Maria della Pietra, Organo Picardi 1850

Cittanova (Rc), Chiesa di San Rocco, Organo Bussetti 1911

Gagliano (Cz), Chiesa del SS. Rosario, Organo B. Zanin 1958

Longobucco (Cs), Santuario Maria SS. Assunta, Organo Eduardo Picardi 1930

Ricadi Lampazzone (VV), Chiesa Matrice, Organo Petillo 1850

Ricadi (VV), Chiesa di San Pietro, Organo D. Roppi 1800

Ricadi (VV), Chiesa di San Zaccaria, Organo Raphael de Rosa 1822

Vibo Valentia (VV), Duomo di San Leoluca, Organo Gaetano Cavalli Lodi op. 413

Santa Domenica di Ricadi (VV), Chiesa Matrice, Organo D. Roppi 1800

Saracena (Cs), Parrocchia San Leone Vescovo, Organo anonimo 1600

Vibo Valentia (VV), Chiesa Santa Maria la Nova, Organo Francesco Corci 1819

Torre Ruggero (Cz), Chiesa Matrice, “Organo Polizzi” Modica Alta Ragusa n° 108

ORGANI TRATTATI

Catanzaro, Duomo, Organo F.lli Ruffatti 1959

Catanzaro, Basilica, Organo Tamburini 1953

Fasano, Matrice, Organo F.lli Ruffatti 1960

Lecce, Basilica di Santa Croce, Organo F.lli Ruffatti 1960

Taranto, Chiesa del Carmine, Organo F.lli Ruffatti 1969

Lecce, Basilica del Rosario, Organo F.lli Ruffatti 1962

Lecce, Santuario dell’Addolorata, Organo F. Consoli 1929

Martina F., Basilica di San Martino, Organo F. Consoli 1929

Otranto, Cattedrale, Organo F.lli Ruffatti 1960

Lecce, Parrocchia San Guido, Organo La Frescobalda 1970

Lecce, Parrocchia San Pio, Organo La Frescobalda 1970

Vernole, Chiesa Maria SS.ma Assunta, Organo Bevilacqua 2000

Lecce, Chiesa di Sant’Antonio a Fulgenzio, Organo Mascioni 1936

Taranto, Chiesa di San Pasquale, Organo F.lli Ruffatti 1950

Sava, Chiesa di San Francesco D’Assisi, Organo F.A.O 2001

Pizzo, Parrocchia S. Rocco e S. Francesco, Organo Ruffatti 1961

Taranto, Chiesa di S. Antonio da Padova, Organo F.lli Ruffatti 1960

Taranto, Chiesa S. Francesco di Paola, Organo F.lli Ruffatti 1960

Fuscaldo, Chiesa Convento S. Francesco, Organo F.lli Ruffatti 1978

Seminara, Basilica Maria SS. Madre dei Poveri, Organo Di Renzo 1997

Barletta, Santuario Cuore Immacolato di Maria, Organo Pinchi

Strudà, Parrocchia Santa Maria della neve, Organo Bevilacqua 2001

Cosenza, Parrocchia Santa Teresa, Organo Ruffatti 1961

Calimera, Chiesa di San Brizio Vescovo, Organo Bevilacqua 2000

Craco, Chiesa Parrocchiale, Pipe Organ

Matera, Chiesa di San Rocco, Pipe Organ

Commenda di Rende, Chiesa S. Antonio di Padova, Organo Pinchi 1995

Catanzaro, Convento di Sant’Antonio, Organo Mascioni 1980

San Cesario, Parrocchia Sant’Antonio, Organo La Frescobalda 1970

Vibo Valentia, Duomo di San Leoluca, Organo Cavalli 1894

Trani, Chiesa Parrocchiale Maria SS. del Pozzo, Organo F.lli Ruffatti 1950

Oppido, Duomo, Organo di Renzo 2000

Roma, Basilica di San Saba, Organo Tamburini 1940

Manduria, Monastero Benedettine, Organo Inzoli – La Fresobalda – Pronestì

Manduria, Curia Provincializia PP.Passionisti, Organo F.lli Ruffatti 1961

Pino Nano

Il nostro laboratorio

Il laboratorio della “Bottega Organaria” di Sant’Onofrio – spiega il Maestro Pronestì- opera sin dall’inizio della nostra attività secondo metodologie completamente artigianali in tutte le fasi di lavorazione delle varie parti d’organo. “Un ampio settore della bottega è costituito da una completa falegnameria, modernamente attrezzata e dotata di tutte le macchine di lavorazione del legno, consentendo così alla nostra azienda di produrre internamente tutte le strutture necessarie alla costruzione dell’organo, quali manticeria e portavento nelle diverse specie, somieri meccanici, pneumatici ed elettrici di qualsiasi”.

Il musicista sembra andar pazzo per il racconto dei dettagli, ma senza il racconto dei dettagli- ci spiega-diventa impossibile comprendere fino in fondo la complessità del nostro mestiere.

“Particolare sviluppo del reparto ebanistico è infatti indirizzato alla costruzione delle canne in legno di molteplici registri, con riproduzione su misure storiche o secondo i tagli e le tabelle proprie della nostra bottega. Non solo, ma per la costruzione di registri particolari e di pregio, un altro settore del laboratorio ospita invece i banchi di lavoro per la fattura delle canne in metallo, completando la verifica dell’amalgama timbrico individuale e d’insieme con l’ascolto delle canne finite sull’organo di prova della bottega, con possibilità di operare a qualsiasi pressione d’aria, corista e temperamento.

Pino Nano

“Infine- aggiunge-la nostra bottega contempla inoltre tutte le lavorazioni di cablaggio elettrico ed elettronico, componendo i circuiti necessari ai vari dispositivi in consolle e in organo, dalle combinazioni aggiustabili alle schede registri, dal collegamento elettronico consolle – organo alla configurazione di tutte le voci prolungate o ritrasmesse, tutte le unioni ed accoppiamenti e, non in ultimo, la possibilità di registrazione e riproduzione, anche a distanza, di illimitato repertorio musicale attraverso il suono delle canne dell’organo”. (Pino Nano)

Pino Nano
Il maestro organaro Salvatore Pronestì

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