Aldo Turchiaro. L’ultimo suo desiderio

Pino Nano Aldo Turchiaro e Rosario Sprovieri
Il grande artista calabrese Aldo Turchiaro insieme a Pino Nano e Rosario Sprovieri nel giorno del suo novantacinquesimo anno di vita

Aldo Turchiaro, la donazione impossibile

di Pino Nano

“La Galleria Nazionale di Cosenza accetti i miei quadri come omaggio alla mia terra natale”. Il Maestro Aldo Turchiaro, per lunghissimi anni amico personale di Renato Guttuso, ha deciso di regalare le sue tele più significative alla sua terra natale, la Calabria, e ha scelto come location ideale la Galleria Nazionale di Cosenza. Ma nessuno gli risponde.

Quest’anno il Maestro Aldo Turchiaro compie 95 anni, è uno dei grandi maestri della pittura italiana, “orgoglio tutto calabrese”, nato a Celico, un paesino della provincia di Cosenza, ma da tantissimi anni adottato e coccolato da Roma Capitale, e da sempre instancabile viaggiatore per il mondo. Le sue opere sono oggi nei più grandi musei del mondo. Oggi Aldo Turchiaro ha un sogno da realizzare.

Più che un sogno – ciripete- è un desiderio, un desiderio naturalmente legato alla mia vita di artista e alle mie opere. Prima di lasciare questo mondo vorrei poter regalare alla mia città di Cosenza, e alla mia regione di origine che è la Calabria, il meglio della mia produzione. Ho messo da parte in tutti questi lunghi anni di mestiere le mie tele più belle e quelle che io giudico le più adatte a raccontare meglio la mia ansia per l’arte e la magia che il mondo dei colori ha rappresentato per me. Ora sento di essere arrivato alla fine, e prima che sia troppo tardi vorrei poter offrire alla città che mi ha visto crescere il meglio del mio lavoro”.

“Farò di tutto – aggiunge il famoso artista cosentino- per realizzare questo sogno, e spero che nessuno dall’altra parte mi deluda. Lo dico oggi a voi, ma dovevo pur dirlo prima o poi a qualcuno. Vi ho fatto vedere la mia casa, è piena di quadri che hanno segnato la mia vita, sono quadri a cui sono legato in maniera quasi viscerale, un amore malato tu penserai, ma ogni artista vive con i suoi quadri questo rapporto profondo. Avrei potuto venderli tutti, e invece me li sono tenuti segretamente tra le braccia, stretti attorno alla mia vita che nel frattempo scorreva davanti e di corsa, perché ero geloso che altri potessero averli e potessero guardarli e godere della loro forza espressiva”.

A chi va indirizzata questa donazione?

Alla Galleria Nazionale di Palazzo Arnone- risponde Aldo Turchiaro- perché considero questo grande edificio del Cinquecento il vero cuore storico della città di Cosenza. E poi perché la Galleria Nazionale ospita opere di pittori nati in Calabria, come Pietro Negroni, Marco Cardisco, Francesco Cozza e di artisti napoletani che hanno influenzato molto la nostra pittura locale. Per non parlare poi dei due grandi protagonisti del Seicento, Mattia Preti e Luca Giordano, il primo calabrese come me, il secondo napoletano. Come dirglielo? Mi piacerebbe molto che le mie opere restassero per sempre accanto a quelle di Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Emilio Greco, Antonietta Raphaël, Pietro Consagra, Mimmo Rotella, Bizhan Bassiri e che oggi la Galleria Nazionale di Cosenza ha il privilegio di possedere”.

E questa è invece la motivazione ufficiale con cui il grande artista calabrese regalerebbe questi suoi primi dieci capolavori: “Perché prima di morire, voglio donare alla mia città un pezzo importante di quella che è stata la mia vita artistica. Non vorrei peccare di presunzione, è l’unico difetto che non ho mai avuto, ma credo che le tele che ho scelto di donare alla mia terra siano davvero il meglio della mia produzione artistica. Ho già in mente i primi dieci quadri da regalare, e sono per me uno più bello dell’altro. Lo scriva in maniera chiara per favore, vorrei che questo mio gesto venisse considerato per quello che è, un regalo d’amore alla mia gente, e forse anche alla bellezza dei mille ricordi che mi legano ancora ai quartieri dove sono cresciuto, e dove ho giocato, e dove ho gioito e dove ho anche vissuto”.

Aldo Turchiaro ha dipinto di tutto e di più. Ma ci sono tre tele molto particolari della sua collezione privata che intende regalare alla Galleria Nazionale: “Certamente il mio Campanella. E poi il mio Telesio. Ma mi piacerebbe che alla Galleria Nazionale tornasse anche in vita il mio Gioacchino da Fiore, che oggi mi dicono sia conservato e custodito nel caveau di un importante Istituto Bancario di Rende, in attesa di trovare una location degna della sua bellezza”.

La parola torna ora al dr. Filippo Demma, archeologo casertano di grande respiro, uno degli intellettuali e dei dirigenti più amati e più ascoltati del Ministero della Cultura e che oggi sovraintende a questo meraviglioso tempio della cultura e dell’arte calabrese a Cosenza e che da mesi conosce il desiderio del maestro.

Aldo Turchiaro è oggi considerato dalla critica che conta “Il patriarca” della pittura italiana di questi ultimi anni, un artista capace ancora di dipingere ed emozionare, creare, inventare, proporre, provocare, stimolare, sorridere, commuoversi, discutere e raccontare quasi un secolo di vita trascorsa. Aldo Turchiaro nasce a Celico il 6 aprile del 1929. Suo padre Salvatore aveva insieme alla mamma, Maria Soluri, un negozio di generi alimentari nel cuore della città vecchia di Cosenza, a due passi dalla Sede della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, al numero 162 di Corso Mazzini, dove Aldo e suo fratello Gaspare, diventato da grande poi un illustre medico psichiatra dell’Ospedale Civile di Cosenza, sono cresciuti e sono diventati adulti.

Presidente Roberto Occhiuto, intervenga lei su questa vicenda, li prenda lei i quadri di Aldo Turchiaro, li porti al Palazzo della Regione, organizzi per il vecchio maestro una grande festa di compleanno, perché ci è parso di capire che dalla Galleria Nazionale nessuno risponderà mai alle sollecitazioni del grande artista cosentino, e sarebbe un delitto dire di no a tanta voglia di calabresità.

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