Alfonso Samengo Premio alla Carriera

Alfonso Samengo sul palco del Premio San Francesco di Paola insieme a Riccardo Giacoia

Ad Alfonso Samengo il Premio San Francesco di Paola alla carriera.

di Pino Nano

È andata al giornalista calabrese Alfonso Samengo, Vice Direttore del TG2, la Prima Edizione del premio “Sotto il Cielo di Frate Francesco – Premio San Francesco di Paola 2025“, progetto firmato dallo stilista cosentino Claudio Greco, famoso in tutto il mondo e per l’occasione anche direttore artistico della manifestazione di Paola, e realizzato grazie alla straordinaria sensibilità dei frati.

In prima fila Frate Antonio Bottino, Superiore del Convento, per una serata piena di emozioni e di gente, il Salone delle Conferenze del Santuario di San Francesco di Paola pieno come un uovo, ed un successo di partecipazione fuori dal comune, alla vecchia maniera, come un tempo, quando gli “ospiti” arrivati da fuori e da lontano erano considerati “amici sacri”.

Premio San Francesco di Paola 2025 alla Carriera dunque ad Alfonso Samengo “Per aver raggiunto – si legge nella motivazione ufficiale del premio conferitogli-traguardi nazionali nella professione di giornalista, e per aver avuto sempre nel cuore la sua Calabria nel rigore di un giornalismo autentico caratterizzato da grande competenza e denso di passione”.

A consegnagli il Premio è lo stesso Caporedattore della Sede RAI della Calabria Riccardo Giacoia che di Alfonso Samengo è stato per lunghi anni in Calabria compagno di lavoro e suo inviato speciale di punta. E’ un momento di grande coinvolgimento corale la loro partecipazione al Premio, per via soprattutto delle cose che dicono, che raccontano, e che in realtà sono la vita reale di due giornalisti calabresi importanti, riconoscibilissimi, conosciuti e amati dal grande pubblico come forse pochi altri.

Alfonso Samengo e Riccardo Giacoia che gli consegna il Premio alla carriera voluto dallo stilista calabrese Claudio Greco

La storia poi di Alfonso Samengo è una storia di eccellenza.

Lui oggi è oggi Vice Direttore del TG2, si occupa degli approfondimenti, cura le rubriche più belle del giornale, ma già in passato aveva ricoperto il ruolo di Vicedirettore di Rai Parlamento con delega ai telegiornali quotidiani di cronaca parlamentare, un incarico di grande prestigio professionale in RAI e che lo ha visto crescere nei palazzi istituzionali che più contano.

Eternamente diviso tra Roma e la Calabria, che è la sua terra di origine, originario di Cassano allo Jonio, dal luglio 2015 al novembre 2016 è stato anche Caporedattore Responsabile della TGR Calabria, una stagione esaltante per via dei risultati di ascolto e di condivisione raggiunti per la prima volta da una sede regionale, ma non poteva che essere così data l’esperienza importante che lo stesso Alfonso Samengo in precedenza aveva già maturato all’interno della TGR come Vice Caporedattore Responsabile degli approfondimenti e degli speciali regionali.

In Calabria portano la sua firma i primi programmi regionali RAI che all’interno dei TG raccontavano le bellezze dei paesi e dei borghi più inaccessibili della Calabria, un format di grande impatto mediatico, che è poi diventato punto di riferimento delle altre sedi regionali di tutta Italia. Ma era stata anche una intuizione ed una sfida culturale, che arrivava alla redazione da un giornalista con alle spalle una importantissima esperienza universitaria alla Bocconi di Milano e dove lui era finito per fare forse da grande un mestiere completamente diverso.

Alfonso Samengo al Premio di Paola 2025

In quella stagione, la stessa Direzione Editoriale della Rai, guidata da Carlo Verdelli, aveva espresso apprezzamenti lusinghieri nel Piano Editoriale della RAI nei confronti della TGR Calabria targata Alfonso Samengo, “che in un anno ha completamente cambiato il proprio prodotto, senza dubbio superato dai tempi e ancora fortemente condizionato dalla politica. Ora i notiziari televisivi, Buongiorno Regione e le rubriche di questa sede sono tra i migliori di tutte le sedi regionali”. Tutto questo detto da Carlo Verdelli, straordinario professionista della storia della televisione italiana, era un certificato di qualità che valeva molto più di un elogio formale.

Poi ancora, la stagione della maturità professionale. Dal 2009 al 2012 Alfonso Samengo viene chiamato a ricoprire l’incarico di Vicedirettore di Rai Internazionale, la testata giornalistica dedicata all’informazione degli italiani nel mondo, e qui questo intellettuale calabrese prestato al giornalismo produce il meglio di sé stesso. Sarà questa per lui una stagione esaltante durante la quale firma e cura personalmente i programmi “Regioni d’Italia”, in collaborazione con la TGR, e “Italia chiama Italia”, che vuol dire la storia più esaltante del nostro made in Italy, dalla cultura alla musica, dall’imprenditoria alla società reale, insomma il meglio del meglio per ogni regione del Paese, e tutto questo produce per la storia della TV italiana all’estero una vera e propria radicale innovazione. Ma per Rai International Alfonso si occupa anche di approfondimenti economici relativamente alle povertà delle regioni del Sud Italia che in passato hanno provocato la grande emigrazione, e per la prima volta finalmente la TV degli italiani dedica ampi spazi all’analisi di ciò che è stata l’emigrazione italiana nel mondo, con un linguaggio finalmente moderno e ideale per gli italoamericani di terza generazione e che mai prima di allora si erano sognati di seguire i programmi della RAI.

Nel 2004 entra poi a far parte dello Staff del Direttore Generale RAI, Flavio Cattaneo. Alle spalle il neo Vice Direttore del TG2 ha anche un’esperienza sindacale di tutto rispetto. Nel triennio 1997-2000 svolge infatti attività sindacale in qualità di Segretario regionale dell’Associazione della Stampa della Calabria, ma anche di membro del consiglio nazionale della Federazione Nazionale Stampa Italiana e di membro della Commissione Contratti della FNSI, nonché Direttore Responsabile del primo periodico sindacale dei giornalisti calabresi, che si chiamava “Il Giornalista della Calabria”.

Nell’editoriale con cui lanciava questa sua nuova creatura si leggeva quello che è poi è stato il leit motiv di tutta la sua vita futura all’interno delle redazioni, un mix di passione civile e soprattutto di rispetto sacro per i colleghi, a cui Alfonso ha sempre risposto con la semplicità e la modestia dell’ultimo arrivato, ma forse questa è sempre stata la chiave del suo successo.

“In questo nostro giornale- scriveva Alfonso Samengo- parleremo dei tanti problemi della categoria, daremo visibilità alle esigenze nascoste dei giornalisti che in questo periodo storico del nostro paese non sono tanto amati, considerati i ripetuti attacchi da parte di alcuni personaggi della politica. Sappiamo perfettamente bene che dobbiamo fare autocritica, che dobbiamo ragionare senza pregiudizi sulla qualità dei nostri giornali e telegiornali. E se abbiamo commesso degli errori, occorre trovare il metodo per evitarli. Ma è giusto che la gente sappia che spesso siamo lasciati allo sbando dagli editori, e mortificati dai ridotti o cattivi investimenti nel campo dell’editoria. Cercheremo, grazie alla diffusione di questo periodico -concludeva Alfonso Samengo- di farci amare dalla gente, come lavoratori che quotidianamente lottano per la soluzione di problemi dei quali finora nessuno ha mai parlato”.

30 anni dopo l’uomo è rimasto quello di allora.

Alfonso Samengo e Riccardo Giacoia 30 anni fa fotografati nella loro stanza della redazione giornalistica della RAI calabrese. Della serie “Non ci si perde mai”.

Ma naturalmente vi racconterò a parte degli altri premiati.

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