Il ritorno degli Scanga

Il gruppo dei 27 laghitani di New York rientrati in Calabria per ritrovare le proprie origini

Turismo delle Radici. Da New York a Lago il ritorno della famiglia Scanga

Pino Nano

Dal 5 all’8 ottobre scorso una delegazione composta da 27 membri della famiglia Scanga, statunitense ormai, provenienti tutti loro da diverse città degli Stati Uniti, ha fatto ritorno a Lago, il loro paese d’origine.

“Questo viaggio ci ha toccato nel profondo- dice Mary Beath Scanga, promotrice insieme al marito Eugene de Ribeaux di questa visita- Molti di noi conoscevano Lago solo attraverso le storie dei nonni. Ora, finalmente, possiamo dire di averlo vissuto”.

La dichiarazione di Mary Beath Scanga – mi racconta il giornalista Franco Bartucci che da anni segue il tema del Turismo delle Radici– è carica di emozione e significati, e sottolinea il valore profondo di un viaggio che va oltre il semplice turismo. Si tratta di un ritorno alle radici, un ritorno alla memoria familiare, all’identità culturale dei propri avi. Il loro ritorno a Lago ha avuto infatti il sapore della riscoperta e dell’omaggio alla gente di origine.

Francesco Scanga (1887–1965), capostipite della famiglia, nacque proprio a Lago e nel 1905 emigrò negli Stati Uniti, dove nel 1912 sposò Eleonora Magliocco (1896–1962), anche lei originaria di Lago. Da questo matrimonio nacquero undici figli, rinnovando così quella che era la vecchia tradizione di famiglia e i legami con la terra d’origine. Un “ritorno a casa”, un “ritorno alle origini”, un “ritorno al passato”, nella propria Itaca di sempre.

Durante questo viaggio-vacanza, soprattutto le nuove generazioni della famiglia Scanga hanno avuto occasione di riscoprire le proprie radici, di onorare la memoria degli antenati, e di condividere momenti di autentica comunione con la comunità locale, in un abbraccio tra passato e presente, tra storia personale e storia collettiva. Gli ospiti americani sono stati accolti con grande cordialità dal Presidente dell’Associazione Laghitani nel Mondo, Giuseppe Cino, che ha gestito l’organizzazione dell’evento con grande professionalità, attenzione ai dettagli, e uno spiccato senso dell’ospitalità.

La visita è di fatto iniziata domenica 5 ottobre con la celebrazione di una messa al Santuario della Madonna delle Grazie di Lago, in suffragio degli antenati emigrati e di tutti i membri della famiglia. In serata poi i partecipanti si sono ritrovati per una cena conviviale presso la Pizzeria “La Chimera”, primo vero momento di festa, ma anche occasione irripetibile di racconti e di ricordi comuni tramandati ad ognuno di loro di generazione in generazione.

Il 6 ottobre è stato invece il momento clou dell’intera visita, con una giornata ricca di appuntamenti significativi. La mattinata è iniziata con un momento di preghiera al cimitero di Lago, dove i partecipanti hanno reso omaggio ai loro cari defunti. Nella quiete della Chiesa di Santa Maria del Soccorso, le preghiere si sono levate come un ponte tra passato e presente, unendo le generazioni in un abbraccio di memoria e affetto.

“Un momento davvero speciale- raccontano tutti loro- carico di mille emozioni diverse, che ha risvegliato il legame intimo con le radici più profonde di ognuno, sigillando simbolicamente un cerchio di amore e di riconciliazione con la vita che attraversa il tempo e gli oceani”.

Il “giro” è poi proseguito con la visita del centro storico di Lago e delle principali chiese del paese, San Giuseppe, la SS. Annunziata e, in particolare, la chiesa di San Nicola, dove erano stati battezzati da bambini i loro antenati. E qui ognuno di loro ha avuto modo di ammirare i dipinti di Raffaele Aloisio e Cristoforo Santanna, custoditi nella pinacoteca parrocchiale, anche questo un autentico scrigno di arte, di storia e di spiritualità tutta locale, che da sempre caratterizza la comunità di Lago. I partecipanti hanno quindi fatto visita al “MUBIS” – il Museo Biblioteca Italo Scanga – che custodisce opere dell’artista laghitano, opere presenti oggi in importanti musei degli Stati Uniti e d’Europa, segno tangibile di un legame culturale che travalica i confini. La mattinata si è conclusa con la visita ufficiale al Comune di Lago, dove la famiglia è stata accolta dal Sindaco Enzo Scanga.

A nome dell’intera cittadinanza, il primo cittadino di Lago ha rivolto un caloroso benvenuto al gruppo americano sottolineando l’importanza del ritorno alle origini: “Lago non dimentica i suoi figli lontani. Il vostro ritorno è la dimostrazione che l’identità familiare e culturale è più forte della distanza”.

La Signora Mary Beath Scanga, con profonda gratitudine, ha regalato al Sindaco di Lago e all’intera comunità di Lago un quadro che raffigura la prima “farm” fondata dalla famiglia Scanga negli Stati Uniti d’America: “Questo per noi vuole essere un simbolo che rappresenta non solo le radici storiche della nostra famiglia, ma anche il legame indissolubile con questa terra e la sua gente. Che possa essere anche però un segno di riconoscimento e amicizia duratura tra la nostra famiglia e la città di Lago.” Lago forever, insomma. Giuseppe Cino, invece, a nome dell’Associazione Laghitani nel Mondo, ha consegnato a ciascuno dei presenti il “Passaporto delle Radici“.

“Il Passaporto delle Radici-dice- per noi non è solo un documento simbolico, ma è soprattutto il segno di un’appartenenza che mette insieme il tempo, le generazioni, le distanze e il proprio passato.

Ma tutti i salmi finiscono in gloria. E l’ora del pranzo, curato personalmente da Ferdinando Sacco, nei locali messi a disposizione dell’Amministrazione Comunale di Lago, è stato un altro momento di grande festa corale, dove a “parlare la lingua degli antenati” questa volta sono state le vecchie pietanze della tradizione culinaria di Lago, dai famosi “culluri laghitani” alle patate “mpacchiuse”, dalla soppressata laghitana innaffiata da un buon vino di Lago alla degustazione dei dolci tradizionali laghitani, preparati con cura e grande fantasia da Paolo Iuliano.

Da qui la comitiva statunitense si è trasferita nella casa natale di Francesco Scanga, in località “Fellito” — luogo simbolico e carico di significato, una casa padronale appartenuta al nonno e al bisnonno di molti di loro e che non avevamo mai visto prima d’ora questi posti e queste contrade.

E’ toccato ad Anna e a Gustavo Sacco il compito non facile di illustrare con dovizia di particolari i luoghi circostanti, dipingendo con parole cariche di emozione gli scorci e le atmosfere che li rendono ancora così unici e così carichi di storia, una narrazione che ha coinvolto e commosso tutti loro. La giornata si è poi conclusa con una cena presso la Pizzeria “La Chiazza”, dove i partecipanti hanno potuto gustare altre specialità locali in un clima di allegria e condivisione.

La sera del 7 ottobre, invece, il gruppo, appena rientrato dalla visita a San Floro (CZ), si è ritrovato al punto panoramico di Lago, dove il sole tramonta. In lontananza, il profilo maestoso e fumante dello Stromboli, testimone silenzioso di questa operazione nostalgia tutta italo americana. Per chiudere in bellezza, presso la Pizzeria “La Rondine” di Aria di Lupi Lago, per i saluti finali e i preparativi per il loro rientro definitivo a New York. E’ storia di queste ore. Una bellissima storia di ritorno a casa.

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