
La Moto Guzzi degli Occhiuto
di Pino Nano
Era naturale, ma anche scontato direi, che i giornali locali calabresi dedicassero alla rielezione del Presidente Occhiuto intere pagine di commenti e di analisi, e soprattutto titoli di testa che si sono ripetuti per giorni.
Lo era invece meno scontato forse per i grandi giornali nazionali. Per capirlo meglio abbiamo recuperato tutto quello che su questa sfida elettorale è stato scritto in questi giorni, soprattutto all’indomani della vittoria di Occhiuto, e abbiamo invece scoperto che non è così.
Per i grandi giornali italiani, Roberto Occhiuto rimane un tema politico di grande interesse generale, e la sua vittoria ha scatenato come era prevedibile una ridda infinita di reazioni e di commenti che alla fine riportano e riconoscono a lui il merito di aver riunito la grande coalizione del centro destra e di averla portata fino alla vittoria finale con grande nonchalance e con grande leggerezza.
Qui di seguito, in coda al mio pezzo, vi segnalo solo alcuni degli editoriali e dei pezzi scritti il 7 ottobre,quindi il giorno successivo, sulla sua rielezione dalle grandi testate italiane, e da cui viene fuori, di lui, un racconto per niente superficiale, anzi assai convincente di un giovane leader politico di caratura nazionale che dopo una esperienza importante già vissuta per quattro anni alla guida della sua regione si prepara ora alla sua fase successiva, che è la fase dei grandi progetti e delle nuove grandi sfide da realizzare.
Non un Presidente per caso, insomma, ma un vero leader politico, che da ragazzo ha assorbito il meglio della vecchia tradizione politica meridionale e che oggi a Roma discute e si confronta con i grandi esperti di Intelligenza Artificiale collegata all’economia come se fosse appena fresco di un master in California.
Del resto, se la Calabria e il dato elettorale calabrese sono diventati un “caso politico nazionale” lo è anche perché alla guida della regione c’è oggi una personalità forte, un giovane leader politico che le cose che pensa non le manda a dire a nessuno, anzi che si piazza davanti ad una telecamerina e quando ha dei messaggi importanti da fare e da dare lo fa parlando direttamente alla sua gente.
Ecco, credo che sia stata anche questa la vera chiave del suo successo, questa sua apertura mentale, questa suo adattamento alla società tecnologica più avanzata, questa sua passione per i social e soprattutto questa sua dimestichezza con le “storie” che ogni giorno ha raccontato in rete.
Guai a sottovalutare il ruolo della rete in questa società dove ci si nutre per gran parte solo di rete, e guai a pensare di poter diventare alternativi se non si sa usare la magia della narrazione digitale. Lui questo lo ha saputo fare, lo ha fatto meravigliosamente bene e credo che continuerà a farlo anche in futuro.
Ho analizzato centinaia e centinaia di suoi messaggi in questi giorni, ho riascoltato decine di dichiarazioni e di interviste rilasciate alle tantissime televisioni che in questi giorni lo hanno seguito e inseguito, ma devo dire che la sua capacità di raccontare la crisi della sua regione e la sua capacità di far intravvedere soprattutto ai giovani che si affacciano ora alla vita e al mondo del lavoro un orizzonte meno negativo da quello che per anni anche noi abbiamo maldestramente raccontato credo che questo lo abbia portato al successo finale.
Indimenticabile ma anche forte il messaggio che Roberto Occhiuto affida una mattina al mondo dei social, prima ancora che alle redazioni giornalistiche, di quando in maniche di camicia (come faccia ad averla sempre così bianchissima e inamidata è un interrogativo che prima o poi mi farò spiegare direttamente da lui) annuncia di non farcela più ad andare avanti, di essere stato “azzoppato” da una inchiesta giudiziaria che ne ha profondamente minacciato la sua credibilità e il suo potere carismatico, di non riuscire più ad avere nessuna risposta seria da parte dei suoi direttori generali, che probabilmente lo considerano ormai alle corde e bollito, di non saper più come progettare il futuro della sua gente e della sua terra con tutta questa pletora di gran commis strapagati ma che ora all’improvviso si rifiutano di firmare persino l’ordinaria amministrazione.
Intervistato subito dopo la sua rielezione dal Corriere della Sera lui non fa un solo passo indietro rispetto a quella svolta, anzi va avanti con più forza di prima, e chiede a gran voce che la magistratura rivolti la sua vita come un calzino perché “non ho assolutamente nulla da nascondere”.
Sarà il tempo e la storia dei mesi e degli anni che verranno a stabilirà la verità di questa vicenda, ma fino ad ora la gente ha dimostrato di credere in lui, e a crederci anche fino in fondo.
“Non siamo più solo un territorio segnato da problemi- racconta– ma una Regione che vuole e sa raccontare le proprie eccellenze: le università e i centri di ricerca che crescono, le imprese innovative che si affermano, le infrastrutture che si realizzano, le straordinarie bellezze naturali che attirano sempre più turisti, il patrimonio enogastronomico che conquista palati e mercati internazionali”.
Roberto Occhiuto ha le fattezze di un leader forte, moderno, preparato, pieno di luce dentro, per le cose che dice e per come le dice, ma questo forse dipende molto dal fatto che lui nella sua vita passata sia stato un uomo e un professionista di successo, che ha girato il mondo e ha conosciuto paesi diversi. Lo stesso è stato Mario, l’architetto, suo fratello.
Mai sottovalutare le professioni di certi nostri uomini politici, e mai soffermarsi alle apparenze.
Roberto Occhiuto è un giovane che ha sempre vissuto di pane e politica, lui e suo fratello oggi sono la storia stessa di Cosenza e dintorni, e lo sono da sempre, come lo erano prima di loro i fratelli Pino e Tonino Gentile, come lo era Riccardo Misasi, come lo era ancora di più Giacomo Mancini, come lo erano Cecchino Principe e Sandro Principe a Rende, come lo era la vecchia scuola comunista di Franco Ambrogio e Nicola Adamo, e lo erano già anche quando lui e suo fratello, prima sindaco e oggi Senatore, non erano ancora nessuno.
Io lo ricordo benissimo, ancora giovane, attaccato alla cintola di suo padre -Roberto più che Mario- questa famiglia che apriva e guidava la processione della Madonna del Pilerio, Madonna Patrona di Cosenza per le vie del centro storico con una umiltà e una devozione popolare che facevano soprattutto di suo padre un’icona della chiesa cosentina.
Ecco, se c’è una cosa che per anni ho invidiato a Roberto Occhiuto è stata la motocicletta di suo padre Giovanni, una meravigliosa Moto Guzzi Anni 50 color beige, che ad un certo punto della sua vita Roberto rimise a nuovo, fece pulire e rilucidare come nuova, e una volta riportata alla sua originaria bellezza la sistemò all’entrata della sua televisione, che allora era Teleuropa Network, e che in quella stagione della sua vita lui gestiva a pieno titolo.
Ogni qualvolta torno in Calabria e vado a salutare il mio grande amico di sempre, il direttore di Teleuropa Attilio Sabato, non faccio che fermarmi davanti a questo cimelio d’altri tempi, che ha un fascino senza tempo, e continuo a chiedergli “Ma la venderanno mai?”.
Sono ormai 25 anni almeno, e la Moto Guzzi di Giovanni è sempre lì in bella mostra, a sancire un legame profondo e ombelicale tra il passato e il moderno, tra la tradizione e il futuro, tra padre e figlio, o meglio tra il vecchio padre Giovanni e questa loro famiglia patriarcale cosentina.
Io non so davvero oggi quanta gente lo incontri per strada in giro per la Calabria e lo chiami Presidente, non credo siano in tanti, ma Roberto e Mario, suo fratello, sono nei fatti cresciuti così, condividendo con gli altri la loro vita da ragazzi, poi da studenti, e poi ancora da professionisti, stando tra la gente, continuamente per strada, parlando alla gente, incontrando la gente, e farsi carico anche dei tanti problemi della loro città e della loro provincia.
“La Calabria -non ha fatto che ripeterlo mille volte in campagna elettorale- non può più permettersi di tornare indietro: deve andare avanti, con coraggio e visione, per dare finalmente ai cittadini una Regione moderna, efficiente e protagonista del proprio futuro. In questi anni abbiamo scelto di lavorare fianco a fianco con le forze dell’ordine e con la magistratura, rafforzando una sinergia che ha permesso di respingere l’assalto della ‘ndrangheta e di colpire le sue ramificazioni sul territorio”.
Una sera a Roma, prima che si ammalasse sul serio, incontrai davanti alla Camera dei Deputati Jole Santelli, lei era ancora presidente a tutti gli effetti, e dietro di lei c’era Roberto Occhiuto, il quale probabilmente pensò che io avessi da parlare con lei di cose mie personali e si allontanò per lasciarci soli, un gesto di infinita cortesia istituzionale nei miei confronti, e che Jole commento con me con una battuta che oggi mi torna utilissima in questo racconto su di lui “Roberto è fatto così, sta sempre un passo indietro”. Ma forse sta anche in questo il successo elettorale del Governatore Roberto Occhiuto. Un uomo che sa stare un passo indietro agli altri, anche nei momenti di massima rappresentatività istituzionale.
La sua filosofia politica coincide perfettamente bene con le cose che dice in pubblico da anni.
“Non abbiamo la bacchetta magica ed è evidente che non si può completamente cambiare la Calabria in soli quattro anni. Noi abbiamo trovato una Regione con il motore spento, pian piano l’abbiamo rimessa in moto, e adesso l’obiettivo è quello di iniziare a correre. La Calabria, oggi, non è più la Regione che subisce le narrazioni altrui: è la Regione che scrive la propria storia, che rivendica con orgoglio la propria identità e che guarda al futuro, ai prossimi cinque anni, con la certezza di poter offrire al Paese e al mondo il meglio di sé”.
Tutti già da mesi sapevamo che a vincere la sfida elettorale in Calabria sarebbe stato il Presidente uscente Roberto Occhiuto, i sondaggi della prima ora non lasciavano dubbi di nessun genere, ma nessuno credo avesse mai messo in conto una vittoria così schiacciante e così bella per lui.
Dire oggi che Roberto Occhiuto ha vinto è molto riduttivo.
In realtà la sua rielezione alla guida della Regione è un atto d’amore e di fiducia che i calabresi gli hanno tributato come mai prima d’ora era accaduto con un politico in Calabria. Due volte Presidente, due volte Governatore, con un voto che più avvolgente di così non si poteva.
“Ci candidiamo a rigovernare- ripete in campagna elettorale– forti di quanto realizzato e con la visione di un nuovo futuro – per proseguire nel percorso tracciato. Per troppo tempo la Calabria è stata vittima di una narrazione ingiusta, schiacciata sotto il peso di stereotipi e pregiudizi. Una terra descritta soltanto attraverso le lenti dell’arretratezza, della criminalità e del fatalismo, quasi condannata a non avere un futuro diverso da quello che altri le avevano cucito addosso. Ma la Calabria è molto di più: è storia, cultura, innovazione, è passione e resilienza, è il cuore pulsante del Mediterraneo”.
Se hai vent’anni come fai a non fermarti e ascoltarlo? E se non hai più vent’anni e ne hai settanta, dove trovi una forza così avvolgente nell’immaginare il tuo orizzonte futuro?
Persino la Treccani, proprio lei la famosa Enciclopedia italiana Treccani, gli dedica oggi un profilo tutto suo.
“Uomo politico italiano, nato a Cosenza il 13 maggio 1969, a ottobre 2021 viene eletto presidente della Regione Calabria con il 54,46% delle preferenze. Laureato in Scienze economiche e sociali all’Università della Calabria con il massimo dei voti, giornalista pubblicista, tra il 1993 e il 2000 ha diretto un importante network televisivo locale, formato da una tv regionale (TEN) e da due provinciali (Rete Alfa e Telestars). Oggi, è titolare di un’azienda agricola che produce in Calabria un vino e un olio di eccellenza e di una casa editrice specializzata in opere di pregio e volumi d’artista”.
Fin da ragazzo Roberto coltiva la passione per l’impegno civile e inizia la sua prima attività politica muovendosi con grande intelligenza nei movimenti giovanili e studenteschi di quegli anni. La sua storia politica inizia nel 1993, quando diventa consigliere comunale a Cosenza con la Democrazia Cristiana. Eletto prima Consigliere comunale di Cosenza e poi Consigliere regionale, nel 2005 conferma il seggio alla Regione come primo degli eletti in Calabria, con circa 16.300 preferenze.
Nel 2000 viene eletto nelle file di Forza Italia ed è il consigliere regionale più giovane del partito azzurro, nel 2005 in quelle dell’Udc. Per i successivi tre anni è Vice Presidente del Consiglio regionale.
Paolo Bonaiuti che in quegli anni era l’ombra del Presidente Silvio Berlusconi lo giudicava “uno dei nostri giovani più seri e più promettenti di Forza Italia” e già allora aveva visto in Roberto Occhiuto uno dei futuri manager del partito. Oggi lui è il Vice Segretario Nazionale di Forza Italia, con all’interno del gruppo dirigente una serie di rapporti personali così radicati nel tempo da non temere rappresaglie di nessun tipo.
Un uomo di grande potere dunque anche all’interno del Movimento, ma forte anche della presenza a Palazzo Madama di suo fratello Mario e al Governo dalla sua compagna di vita, Matilde Siracusano, influente e amatissima Sottosegretaria ai Rapporti con il parlamento.
Nel 2008, Roberto fa il suo ingresso per la prima volta alla Camera dei deputati: nella XVI e XVII legislatura è eletto con l’Udc, nella XVIII con Forza Italia.
Dal 2008 è Deputato. A Montecitorio è prima Vice Presidente della Commissione Bilancio, quindi vicario del Gruppo di Forza Italia; nel 2020 viene eletto, per acclamazione, nuovo Capogruppo azzurro.
Dopo essere stato, dal 2018, vice presidente vicario del gruppo azzurro a Montecitorio, nel 2021 e fino alla sua elezione alla presidenza della Regione Calabria, ha ricoperto il ruolo di capogruppo.
Sempre attento a rappresentare la sua Regione, anche dall’opposizione è stato promotore di numerose iniziative legislative andate in porto, tra cui la norma che consentirà alla Calabria di ripagare il debito della sanita senza compromettere l’erogazione delle prestazioni.
Ma più di recente è stato ancora lui a manifestare pubblicamente le perplessità di Forza Italia, e di tanti amministratori locali del centrodestra al Sud, sulle iniziative della Lega a favore dell’autonomia differenziata, e questo non ha fatto altro che rafforzare le sue posizioni di leader anche nazionale.
E’ ancora giovane l’uomo per considerarsi arrivato, e se lungo il percorso dei prossimi anni non gli faranno trovare delle nuove bucce di banane e delle voragini così insidiose da fargli male su serio, Roberto Occhiuto è certamente destinato a crescere ancora, e non solo nell’immaginario collettivo, ma anche al servizio del Paese.
TITOLI CORRIERE DELLA SERA 07/10/2025
Calabria, domina il centrodestra – Bis del centrodestra Occhiuto sopra Il 57% Campo largo, è flop Calabria, Tridico si ferma al 41,6%. FI in testa con il 18, poi Pd (13,6), FdI (11,6) e Lega (9,5) M5S al 6,3, Noi moderati al 4. Meloni: dagli elettori, di Adriana Logroscino ; Le tensioni a sinistra Finisce sotto attacco l`alleanza con Conte – Nel Pd tensioni sull`alleanza I riformisti: basta populismo, di Maria Teresa Meli; Il governatore pesca tra chi non lo votò nel 2021, di Cesare Zapperi ; La sconfitta agita il Movimento Conte: campagna in emergenza, di Emanuele Buzzi ; La delusione di Tridico: ho corso per la mia terra, ma ho avuto poco tempo, di Carlo Macrì; I partiti di maggioranza festeggiano Forza Italia «stacca» FdI e la Lega, di Paola Di Caro ; Dall`inchiesta alla rielezione, la sfida vinta di Occhiuto «Contro di me tanta violenza, questa regione va pacificata» di Virginia Piccolillo; Intervista a Matteo Salvini – «Noi vinciamo uniti Spero che ora su Salis nessuno tradisca» – «Il centrodestra unito vince. Fermeremo l’onda rossa di odio anche con leggi più severe», di Marco Cremonesi.
LA REPUBBLICA
Occhiuto stravince ora è allarme per il campo largo – Calabria, bis di Occhiuto distacco di 16 punti Più della metà non vota, di Lorenzo De Cicco;”L’autonomia? Prima le risorse Il Ponte non ha scaldato i cuori” di Lorenzo De Cicco; Nuovo flop del M5S centrosinistra In panne “Ora si cambi passo”, di Gabriella Cerami; In Calabria perde un progetto acerbo – L’alternativa e il progetto che non c`è,di Annalisa Cuzzocrea; Intervista a Eugenino Giani – Giani “Dove governiamo l’alleanza larga funziona si vince con la concretezza”,di Giovanna Vitale; Lo scenario calabrese e l’ipotesi renziana, di Stefano Folli.
LA STAMPA
Calabria, domina Occhiuto Tridico sotto di 18 punti Meloni: è il buongoverno, di Alessandro Dimatteo; Calabria, débàcle del campo largo – Calabria, domina Occhiuto Tridico sotto di 18 punti Meloni: è il buongoverno, Alessandro Deangelis; Il taccuino – La vittoria annunciata del cacicco, di Marcello Sorgi; Patto Conte-Schlein sotto accusa I riformisti: “Pd troppo a sinistra”, di Niccolò Carratelli; Le piazze piene e le urne vuote una débàcle più grande della Calabria, di Alessandro De Angelis.
MESSAGGERO
Intervista a Roberto Occhiuto – «L’inchiesta? Mai pensato di fermarmi Il reddito di cittadinanza non paga», di Francesco Bechis; Calabria, vince Occhiuto: FI è primo partito – Delusione Cinquestelle, di Valentina Pigliautile; Pd-M5S, undicesima elezione persa I dem: Conte ininfluente sul territorio, di Andrea Bulleri; L’ipoteca di Tajani sul centro Meloni: vince il buon governo, di Ileana Sciarra; L’effetto piazze piene non premia la sinistra, di Alessandro Campi.
FATTO QUOTIDIANO
Occhiuto distanzia Tridico, però due su tre non votano-Stravince Occhiuto, astensione e lacrime per il 5Stelle Tridico, di Luca De Carolis; Calabria: vittoria alla destra grazie a notabili e centro – È Gattopardo Calabria: si vince grazie ai notabili, di Salvatore Cannavò.
DOMANI
Cosa fare per trasformare le piazze in voti – Sinistra, la sfida delle piazze Serve un riformismo radicale, di Nadia Urbinati; Calabria amara Occhiuto umilia il campo largo – Calabria, Occhiuto vince e porta la destra sul 2-0 Ma in Campania è scontro, di Giulia Merlo; Campo largo, un’alleanza a perdere Per Schlein e Conte un bagno di realtà, di Daniela Preziosi.
VERITA’
Non si governa con alchimie e contro gli elettori Umiliati – Francia e Regionali lo dimostrano: agli elettori non piacciono i parolai, Redazione; Il centrodestra stravince in Calabria Schlein & C. a picco, bocciate le mancette, di Carlo Tarallo.