Wanda Ferro, “Donna dello Stato”

Pino Nano racconta Wanda Ferro

Una vita interamente spesa e dedicata al mio Paese

di Pino Nano

Wanda Ferro, classe 1968, vuol dire soprattutto Catanzaro. 56 anni il prossimo 24 marzo, per altro meravigliosamente ben portati. Donna elegantissima, con questo suo portamento sfacciatamente solenne. Dopo il Liceo Linguistico si laurea in Lettere Moderne con il massimo dei voti e la lode all’Università della Calabria, dove discute una tesi sperimentale sul “Significato della musica, Formazione e Comunicazione”, frutto probabilmente di una passione insana per la musica d’autore, da Vasco Rossi ad Anastacia, da Solomon Burke a Billy Cobham, da James Taylor a Renato Zero, fino a Baglioni. Ma la “ragazza” ha anche una gavetta politica che parte da molto lontano, iniziata appena giovanissima, con alle spalle il ricordo importante, direi quasi fiero, superbo, di un padre medico amatissimo in città, e che probabilmente sperava in cuor suo di vederla medico come lui. Battaglia naturalmente persa in partenza.

Raffinata, borghese, coltissima, Wanda Ferro è oggi Sottosegretario di Stato al Ministero dell’interno. Lo è dal 2 novembre 2022, e passerà alla storia per essere una delle pochissime donne politiche calabresi che ha attraversato e vissuto in prima persona, e sul serio, le controversie della prima, della seconda e della terza Repubblica.

Conoscitrice profonda del potere, ma lontana anni luce dallo stesso. Non c’è un solo momento della sua vita in cui lei non abbia rifiutato i privilegi, a volte assurdi, dei ruoli di comando che le venivano di volta in volta assegnati. Ed è da quando aveva 20 anni, che Wanda Ferro è stata sempre sulle barricate della politica militante. Eternamente in prima fila, al servizio esclusivo dei suoi ideali, e dei principi morali che hanno ispirato tutta la sua vita, con un rigore e una coerenza da fare quasi schifo, e con un senso dell’appartenenza al suo gruppo politico e ideologico quasi religioso.

Se fosse nata vent’anni prima, ne sono certo, sarebbe stata una delle protagoniste del ’68, “pasionaria” per temperamento, ribelle e rivoluzionaria per indole, determinata, cocciuta, caparbia, eternamente solare, ha fatto del suo credo politico la mission della sua esistenza, sacrificando sull’altare della politica famiglia, amori e interessi personali.

Non ha mai trovato il tempo per fare cose diverse da quelli che erano suoi impegni istituzionali, e ogni qualvolta veniva chiamata a gestire situazioni diverse dalle precedenti, lei si rituffava dentro le nuove avventure con lo stesso spirito e la stessa energia del sua prima volta. Magnetica, piena di vita, costantemente severa con sé stessa, Wanda Ferro è cresciuta a pane e politica, impastata di regole e di rigore, attentissima alla trasparenza, ossessionata dal rispetto della democrazia e del pluralismo, con un innato senso dello Stato che l’hanno poi portata ai vertici della piramide istituzionale della Repubblica.

“Donna di Stato”, educata e votata alla sicurezza nazionale, donna di grande carisma, che ogni giorno si confronta anche a muso duro con i più alti gradi delle varie forze di polizia del Paese, donna ricca anche di letture importanti alle spalle, ma soprattutto donna documentatissima come poche altre al suo posto e nel suo ruolo.

Di giorno vive al Viminale, tra mille dossier diversi, alcuni dei quali delicatissimi e scottanti, di notte è a casa a studiare i compiti dell’indomani. Indomita, irrequieta, instancabile, puledra purosangue, all’ultimo G7 i leaders stranieri presenti la scambiano per una diplomatica di mestiere. In realtà lei è solo Wanda, e lo è per tutti.

Mai una parola di troppo, mai un giudizio avventato, mai un appunto negativo sui suoi detrattori e avversari, mai un’analisi superficiale, fedelissima interprete del “silenzio istituzionale”, regola di vita che ha imparato appena nominata membro della Commissione Parlamentare Antimafia e che è stata poi la sua “cifra” esistenziale. Alle spalle ha un curriculum politico di primissimo ordine, fedelissima alle posizioni ideologiche del Centro Destra dall’inizio fino alla fine, figlia del popolo come poche altre in Calabria, con questa sua eterna modestia e questa sua semplicità così disarmante che ha sempre messo a disposizione della sua gente e della sua città, la città di Catanzaro, così come potrebbe farlo un angelo custode mandato da Dio sulla terra a vigilare sul capoluogo di regione.

Wanda Forever. Io sono in parte testimone diretto della sua ascesa politica, ero allora Caporedattore della RAI in Calabria, e lei era già Presidente della Provincia di Catanzaro, e mai e poi mai ricordo di aver ricevuto da lei una sola telefonata che mi sollecitasse un passaggio in televisione, o peggio ancora un’intervista personale per le cose che aveva fatto. Garbatissima nei modi, ma distaccata, sempre formale, rispettosa dei ruoli reciproci, ma attenta a non essere fraintesa, aveva e continua ad avere con il mondo della comunicazione e del giornalismo un rapporto quasi sacro, mai una interferenza negativa, mai una protesta di troppo, mai una sola forma di ricatto istituzionale. Se ci sei, bene. Se non ci sei, lei va avanti lo stesso.

Se fosse nata e cresciuta in una regione diversa dalla nostra sarebbe diventata deputata o senatrice della Repubblica almeno dieci anni prima, ma dalle nostre parti le donne hanno sempre pagato un prezzo doppio rispetto alle donne di altre aree del Paese. Quando per la prima volta si candidò alla Presidenza della Regione pensai che con lei la Calabria avrebbe potuto vivere una sua nuova primavera politica, ma il risultato elettorale alla fine premiò il suo avversario più diretto, Mario Oliverio, storica costola della sinistra meridionale. Lei fece allora un passo indietro, e aspettò che arrivasse il suo turno, o meglio che tornasse l’occasione buona per far valere le sua ragioni.

Oggi lei è davvero una delle donne politiche più potenti del Paese, ma a saperlo sono davvero in pochi, forse quei pochi che hanno il privilegio di lavorare accanto a lei e a stretto giro di gomito, perché al suo ufficio stampa pare abbia dato una sola indicazione: “Che trapeli il meno possibile”. Perché il lavoro che un uomo di Stato, e nel suo caso una donna di Stato, fa per il Paese, è solo la minima parte del suo dovere -si lascia scappare- “legato per giunta al giuramento di fedeltà che ogni uomo di Governo come lei fa nelle mani del Capo dello Stato”.

Discrezione assoluta, insomma, mista ad una conoscenza dei problemi quasi parossistica, e ad una competenza così maniacale che a volte fanno di lei “una lady di ferro”. Ma probabilmente sono queste le caratteristiche fondamentali che hanno legato la sua vita politica e personale al successo e alla storia di Giorgia Meloni, che per lei rimane un esempio di vita e di impegno sociale. Ecco come la politica diventa religione.

Questa è la cover che nel gennaio 2025 le ha dedicato Calabria Live

-Sottosegretario, posso chiederle che anno è stato questo per lei?

“Cosa posso risponderle? Che questo è stato un anno particolarmente impegnativo, sia a livello personale che politico. Come sempre, la politica richiede un impegno enorme, ma quest’anno ha avuto anche sfide molto concrete, legate alla sicurezza, alla gestione dell’immigrazione e alla lotta contro la criminalità organizzata. Nonostante le difficoltà, però, è stato un anno entusiasmante, ricco di soddisfazioni.

-Mi citi almeno un dossier che ha occupato pesantemente il suo tavolo di lavoro?

Nel corso dell’anno al Viminale abbiamo affrontato sfide importanti sul tema della sicurezza e del contrasto all’immigrazione clandestina. Particolarmente impegnativo è stato il lavoro sul decreto flussi, che ho seguito per il Governo, e che rappresenta la sintesi di un impegno vasto e determinato nel contrasto ai trafficanti di esseri umani e per favorire canali di immigrazione legali e sicuri, per scongiurare le morti in mare e garantire una accoglienza reale e dignitosa per chi viene nel nostro Paese.

-Mi dica la verità, non solo morti in mare?

Quello che posso dirle è che altre importanti soddisfazioni le ho avute, per quanto riguarda le mie deleghe, su tutta l’attività volta al riutilizzo dei beni confiscati alle mafie, che abbiamo fortemente rafforzato, e dal grande lavoro sul nuovo Testo unico degli enti locali, che consentirà di dare a comuni e province strumenti normativi in linea con le sfide del futuro.

-E tra le esperienze più gratificanti di questo ultimo anno?

È stata certamente la possibilità di presiedere il G7 Sviluppo Urbano Sostenibile a Palazzo Altemps, seduta durante la quale, su delega del ministro Piantedosi, ho coordinato le sessioni bilaterali e una plenaria con i ministri dei Paesi membri e i rappresentanti delle istituzioni europee ed internazionali interessate.

-Nelle interviste che di lei vedo in rete leggo nei suoi occhi un senso di fierezza per quello che fa, ma è sempre stato così mi pare?

C’è sempre un senso di fierezza per chi ha la responsabilità di rappresentare la propria comunità, sentendo il dovere di onorare la fiducia e le speranze dei propri concittadini. Per me è sempre stato così, fin dai miei primi incarichi: nel partito, come amministratrice comunale o presidente della Provincia, ho sempre sentito la responsabilità di servire la comunità. Oggi, come membro del governo, quella responsabilità è ancora più grande: rappresentare la Nazione è un onore che mi impone il massimo impegno, e anche un dovere di rispetto della fiducia di cui mi hanno onorato Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.

-Quanti sacrifici le comporta oggi questo incarico di Governo?

Si lavora tantissimo per rispettare gli impegni presi con i cittadini, in un tempo molto difficile in cui ci siamo trovati a fare i conti con una ristrettezza di risorse dovute alle scelte sbagliate e spesso scellerate dei governi precedenti. Con grande impegno stiamo vincendo le battaglie per lo sviluppo dell’economia, per la crescita dell’occupazione, in particolare quella femminile e giovanile, per dare stipendi più dignitosi a chi ha redditi medio-bassi, per dare sostegno alle famiglie e alla natalità, per sostenere il sistema sanitario. È un lavoro che assorbe tutto il tempo, perché c’è voglia di fare bene, di onorare gli impegni, perché nessuno possa mai dire che non fai abbastanza o non meriti quel ruolo.

-Quanto della sua vita privata ha sacrificato per la politica?

La politica mi ha chiesto molto, soprattutto a livello personale. Ho dovuto sacrificare molto della mia vita privata, trovando difficile bilanciare un impegno così assorbente con il tempo che vorrei dedicare alla famiglia e agli affetti. Vita privata e vita pubblica finiscono per coincidere. Ma in fondo questa è stata una scelta che ho fatto con consapevolezza. Non voglio parlare di sacrificio, perché l’impegno politico e il lavoro nelle istituzioni restituiscono emozioni molto forti e gratificanti. Certo non è stata facile la scelta di non avere figli, il poco tempo libero che riesco a ricavare lo dedico a mia madre ai miei familiari, me ne resta davvero pochissimo da dedicare a me stessa.

-Se potesse tornare indietro rifarebbe quello che ha fatto?

Sì, rifarei tutto. Ciò che siamo è il frutto di esperienze positive e negative. Forse con il tempo e l’esperienza politica ho imparato che non bisogna abbassare la guardia rispetto a chi, dopo averti voltato le spalle, ti chiede una seconda possibilità. Tornassi indietro sarei più attenta nel comprendere da chi farmi accompagnare nei diversi pezzi di strada.

-Da Presidente della Provincia di Catanzaro lei era amatissima, è cambiato da deputato il suo rapporto con la città?

No, il mio rapporto con la città non è mai cambiato. Ho sempre visto la politica come un cammino, in cui ogni ruolo ha un inizio e una fine, ma l’impegno verso la comunità resta sempre. Sono convinta che se semini bene raccogli affetto e gratitudine. Sono sentimenti che ti vengono restituiti anche quando non hai più una poltrona, e l’ho vissuto sulla mia pelle quando, dopo la mia candidatura alla presidenza della Regione, sono rimasta fuori dalle istituzioni per i motivi che tutti conoscono. È stato il rapporto con la gente che mi ha tenuto viva, non solo politicamente, ma anche come persona. E devo dire che mi ha molto motivato anche l’attenzione e la vicinanza della stampa. Il grande privilegio della politica è quello di stare tra la gente, di ascoltarne i bisogni, di cercare di interpretare i loro sentimenti, di dare speranza, alla fine di realizzare qualcosa che ti faccia sentire utile per le persone. Questo resterà sempre nel mio modo di essere, al di là del mio ruolo.

-Se non avesse fatto politica cos’altro le sarebbe piaciuto fare?

Mi sarebbe piaciuto fare il medico, la stessa professione di mio padre, anche se poi ho fatto studi del tutto diversi, essendomi laureata in lettere e filosofia. Quella mia aspirazione è stata l’unica sulla quale non sono stata appoggiata dalla mia famiglia, che riteneva fosse una vita troppo sacrificata per una donna. Erano altri tempi e hanno pensato di fare il mio bene, ma sono convinta che quella del medico sia una missione meravigliosa, una professione che ti mette a confronto con il dolore, con la sofferenza, con la speranza della guarigione ma anche, ad esempio, con la gioia di una nascita, come è stato per mio padre che era un bravissimo ginecologo.

-Sottosegretario di Stato agli Interni, ci aveva mai pensato? Se lo aspettava?

Non ci avevo pensato né aspirato. Con la nascita del nuovo governo c’era stata l’ipotesi di affidarmi la presidenza della Commissione antimafia, della quale ero stata segretario nella precedente legislatura. Poi è arrivato il Viminale, che un ministero importante e delicato, ed è stato un incarico di cui sono stata molto orgogliosa, anche se inizialmente non è stato un lavoro facile. Oggi sento il Ministero come casa mia, sento il suo peso e l’importanza delle sue competenze, che come accennavo non sono soltanto quelle che riguardano gli apparati di sicurezza, ma c’è un grande lavoro che si realizza quotidianamente sul tema della prevenzione, sulla diffusione della cultura della legalità tra i più giovani, sui beni confiscati alle mafie, sulla valorizzazione dello straordinario patrimonio artistico del Fondo edifici di culto, penso alla conclusione dei lavori nella meravigliosa chiesa di Santa Maria del Popolo e ai 240 cantieri avviati, e ancora sul sostegno agli amministratori vittime di intimidazioni, sull’affiancamento degli enti locali di fronte che affrontano difficoltà finanziarie e amministrative. Sono molto grata alla presidente Meloni per avermi ritenuto all’altezza di questo incarico, che spero di portare a termine in modo onorevole e costruttivo.

-Il giorno più importante in senso assoluto della sua esperienza politica qual è stato?

Sono diversi i momenti che considero più importanti. Dal punto di vista politico è il giorno in cui sono stata eletta per la prima volta all’unanimità segretario provinciale di Alleanza Nazionale, dopo avere militato nel Msi e nel Fuan. Per me è stato il riconoscimento da parte della base di un partito che, a livello locale, non era mai stato guidato da una donna. Dal punto di vista dell’impegno istituzionale sono molto legata alla mia prima elezione in Consiglio comunale – che ha dato il via ad un percorso culminato con l’esperienza per me indimenticabile da assessore alla Cultura –   e poi l’elezione a presidente della Provincia di Catanzaro, prima ed ultima donna eletta direttamente dai cittadini.

-È cambiata la politica da quando lei la frequenta?

C’è stata una profonda evoluzione nella politica, che oggi sembra più influenzata dalla velocità dei social media e dalle esigenze di visibilità. Un tempo, la politica era un luogo di confronto profondo e rispettoso, dove si cercava il dialogo. Oggi, invece, troppo spesso il linguaggio è ridotto a scontro e insulti. Questo è un cambiamento che mi preoccupa. Ma ci sono aspetti positivi, come la capacità delle donne di conquistarsi maggiore fiducia da parte dei cittadini, non a caso oggi abbiamo per la prima volta una donna alla guida della Nazione. 

-Quanto le pesa oggi la vita blindata a cui è sottoposta?

Mi pesa molto non avere margini di libertà, seppure accompagnata da belle persone che diventano nel tempo parte della tua famiglia. Mi è sempre piaciuto guidare, essere indipendente, incontrare persone e gestire il mio tempo in totale autonomia, questo non è più possibile.

-Che effetto le fa essere considerata una “donna della Repubblica”?

Come accennavo, è un orgoglio enorme, che ripaga di tante rinunce. Ma l’aspetto personale conta poco, perché vivo questo incarico con grande responsabilità, penso solo a fare la mia parte al servizio di un progetto politico, in anni in cui l’Italia ha ritrovato la propria autorevolezza sul piano internazionale, è tornata ad essere un riferimento in Europa e nel mondo, grazie soprattutto all’impegno, alla credibilità e alla grande capacità di visione di Giorgia Meloni. Per questo non considero questo incarico una meta raggiunta, ma un punto da cui lanciare lo sguardo su un orizzonte molto più vasto.

-Lei è stata grande protagonista della Commissione Parlamentare Antimafia, serve ancora una Commissione così concepita?

Sì, penso serva molto, come sta dimostrando la presidente Chiara Colosimo con il suo lavoro, con la sua capacità di non fermarsi davanti a chi tenta di screditare un impegno diretto a svelare importanti verità che questa Nazione ha necessità di conoscere, anche le più amare. Ci sono tante pagine della nostra storia da sottrarre al segreto di Stato, alle manipolazioni, alla cortina di silenzio, penso ad esempio alle verità che si fatica a portare alla luce sulla morte del giudice Paolo Borsellino.

-Riesce ancora ad andare qualche volta a teatro?

Molto poco. Come dicevo, non mi resta molto tempo fuori dalla politica, considerato che mi impegna molto anche l’attività sul territorio, essendo coordinatrice regionale e provinciale del partito.

-L’ultimo libro che ha letto?

Ci sono alcuni libri che mi hanno aiutato ad affrontare il grande dolore per la perdita del mio Oscar, uno in particolare dal titolo “Aspettami nell’arcobaleno”, il libro di Laura Vidal. Ora sto leggendo il romanzo “Vitamia” di Alberto Matano, giornalista che apprezzo tantissimo, e “Quella meteora a destra” di Carmelo Briguglio.

-L’ultimo concerto live che ha visto?

Ho visto tantissimi live e soprattutto ne ho organizzati tanti da amministratrice, da Vasco ad Anastacia, da Solomon Burke a Billy Cobham, da James Taylor a Renato Zero. Un concerto che mi ha particolarmente emozionato, a cui ho assistito alcuni anni fa, è quello di Claudio Baglioni, che mi ha riportato alla mia esperienza all’assessorato alla Cultura.

-Una donna così impegnata come lei ha dove trova il tempo per una serata con gli amici di un tempo?

Il poco tempo libero lo trascorro con i colleghi parlamentari, ormai amici, ma cerco sempre di ricavare dei momenti con gli amici di sempre, sono rapporti a cui non bisogna mai venire meno. 

-La sua dote migliore?

L’altruismo.

-E il suo difetto più evidente?

La testardaggine, che alcune volte non servirebbe. 

-Immagino che non vada al cinema da molto tempo?

Qualche mese fa ho rivisto The sound of freedom, che parla della realtà dei trafficanti di bambini in America Latina. Un tema, quello dei bimbi scomparsi, che riguarda anche il nostro Paese, che stiamo affrontando con grande attenzione al Ministero dell’Interno. Al cinema vorrei vedere, a gennaio, il nuovo lungometraggio di animazione del “Signore degli anelli”.

-Ma il gioco vale davvero la candela?

Bella domanda. Me lo chiedo tante volte, tutte le volte che rinuncio ad un viaggio, ogni estate in cui non riesco ad andare al mare, la cosa che più amo. La tentazione di cedere c’è soprattutto di fronte agli sfoghi degli odiatori sui social, che usano l’insulto gratuito anziché confrontarsi sulle idee, perché non si comprende che dietro ogni persona c’è una sfera privata, una sensibilità, delle debolezze. Alla fine, mi rispondo di sì, che è giusto rispondere alla chiamata della responsabilità, essere parte di un cambiamento, fare scelte che possono essere di sostegno a chi ha più bisogno. 

-Come immagina il suo futuro? Ancora Camera e Senato o le piacerebbe tornare in Calabria?

Dal punto di vista personale, spero in un futuro di salute, serenità ed equilibrio con me stessa. Vorrei realizzare un sogno che mi porto dietro da tanti anni, quello di passare un periodo in Africa, anche per conoscere più da vicino una realtà così differente e autentica rispetto a quella occidentale, e che la responsabilità verso il lavoro, la politica, la famiglia, mi ha fatto sempre rinviare. Tornare in Calabria? In realtà non mi sono mai allontanata, dico sempre che puoi togliere un calabrese dalla Calabria ma non il contrario. Ho un legame fortissimo con questa terra e la sua gente. Dal punto di vista politico ho sempre detto che quello di un impegno per la mia terra è sempre stato il mio sogno, e lo è anche oggi che ho il privilegio di stare in Parlamento. Ma sono molto fatalista, non siamo noi a scegliere, non faccio progetti in politica, decidono gli eventi e, naturalmente, la fiducia della gente.

-E dal suo osservatorio privilegiato del Viminale, come vede il futuro della Calabria?

Innanzitutto c’è un presente di grande attenzione, come dimostra la presenza assidua in Calabria del ministro Piantedosi, che si traduce in interventi concreti come il rafforzamento dei presidi di Polizia, le risorse per la videosorveglianza, per il contrasto alla dispersione scolastica, per il sostegno alle comunità in prima linea nell’accoglienza dei migranti, per il supporto agli enti locali dal punto di vista finanziario e degli organici, per la destinazione di beni confiscati per realizzare presidi delle forze dell’ordine e strutture di utilità sociale. Stiamo mettendo in campo un grande lavoro, tutta la politica lo sta facendo, anche a livello regionale, perché si cambi la narrazione di una terra ricca di risorse, che non ha nulla da invidiare ad altre regioni.

-È stato fatto abbastanza in questi anni?

È stato fatto tanto, ma non è mai abbastanza perché siamo consapevoli che ci sono ancora sfide enormi da affrontare. Per la Calabria, non basta l’impegno delle istituzioni: è necessario un cambiamento culturale che coinvolga ogni cittadino, ogni imprenditore, ogni professionista, ogni editore affinché la nostra terra possa esprimere tutto il suo potenziale.

-Ad una ragazza che volesse fare politica che consigli le darebbe?

Di farlo con passione, ma tenendo sempre un pezzo di spazio per la propria vita personale. È un impegno che rischia di essere totalizzante, come è stato per me. E posso dire che è un’esperienza ancora più bella, e semplice, se si ha la possibilità di avere la condivisione e il supporto del proprio compagno di vita, come è stato nel mio caso per lungo tempo. In generale vorrei invitare tutti i ragazzi a fare politica, rifiutando l’odio e la violenza e aprendosi al confronto delle idee, alla conoscenza, alla capacità di proporre. Penso sia il modo più bello di vivere la propria vita, dedicandola anche agli altri.

-Grazie Sottosegretario, e Buon Anno

Buon Anno a voi. Buon Anno alla Calabria, e ai calabresi. Ma soprattutto Buon Anno a questo nostro straordinario paese.

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Descrizione generata automaticamente
Wanda Ferro insieme a Giorgia Meloni, amiche da sempre

Una vita di impegni politici

1995-Esponente femminile quasi iconica dell’allora Movimento Sociale Italiano (MSI), nel 1995 aderisce alla svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini e alla fondazione di Alleanza Nazionale.

1997-Alle elezioni amministrative del 1997 viene eletta consigliere comunale di Catanzaro nelle liste di Alleanza Nazionale a sostegno del candidato sindaco di centrodestra Sergio Abramo,

1999-Fino al 2001 rimane Presidente della Commissione Comunale delle Pari Opportunità.

2001-Viene rieletta consigliere comunale alla successiva tornata elettorale del 2001 e diventa anche assessore alla cultura nella giunta comunale presieduta da Abramo fino al 2006, quando verrà poi eletta per la terza volta in Consiglio.

2001- Per 5 anni fino al 2006 è Consigliere di Parità Regionale.

2002-Dal 2002 al 2006 è Vice Presidente della Fondazione Politeama di Catanzaro.

2004– Alle elezioni provinciali del 2004 viene eletta consigliere della provincia di Catanzaro nelle liste di AN nel collegio Catanzaro IV, ottenendo il 21,25%, a sostegno del candidato presidente di centrodestra Michele Traversa.

2006-Alle elezioni politiche si candida alla Camera dei Deputati per la circoscrizione Calabria nelle liste di AN, ma non viene eletta.

2008– A seguito delle dimissioni del presidente della Provincia Michele Traversa nel 2008 per candidarsi alla Camera in vista delle imminenti elezioni politiche, e della convocazione anticipata delle elezioni provinciali per il 13-14 aprile, viene candidata a presidente della provincia di Catanzaro da una coalizione di centro. Il 14 aprile, dopo aver ottenuto il 45,91% dei voti al primo turno, accede al ballottaggio contro il candidato del centro-sinistra Pietro Amato, fermo al 35,71%, e al ballottaggio del 27-28 aprile viene eletta Presidente, raccogliendo il 60,05% dei voti contro il 39,95% di Amato. È la prima donna a essere eletta presidente della provincia di Catanzaro, nonché presidente di una provincia della Calabria. In questo stesso anno diventa Presidente della sezione regionale dell’UPI, l’Unione delle Province Calabresi. Ma in questo stesso anno diventa anche Presidente dell’Orchestra “La Grecia” come membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Politeama.

2009-È stata coordinatrice provinciale di Alleanza Nazionale fino al 2009, quando poi il partito è confluito nel Popolo della Libertà, e del quale nel 2012 è stata nominata coordinatrice della provincia di Catanzaro.

2010-Le viene conferito iltitolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. E nello stesso anno riceve dal Rotary International la Paul Harris Fellow.

2012-Riceve la cittadinanza onoraria del Comune di Ionadi, in provincia di Vibo.

2013– Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo delle Libertà, aderisce alla ricostituita Forza Italia di Silvio Berlusconi. Ma è anche l’anno in cui entra a far parte del Consiglio d’Amministrazione della SACAL, la Società Aeroportuale di Lametia Terme.

2014-Nel 2014 viene candidata presidente alle elezioni regionali in Calabria, viene appoggiata dalla coalizione di centro-destra composta da Forza Italia, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e dalla lista civica “Casa delle Libertà”. Ma perde la competizione, ottiene il 23,59% dei voti contro il 61,41% dell’ex presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio. Ma nel 2017 entra a far parte del Consiglio Regionale della Calabria per effetto di una sentenza della Consulta che le riconosce il seggio quale seconda classificata tra i candidati alla presidenza, subentrando così a Giuseppe Mangialavori. Ma è anche l’anno in cui riceve a Bovalino il Premio “Pericle d’Oro 2014 come “Donna dell’anno”.

2017-Agli inizi di dicembre 2017 lascia Forza Italia e aderisce a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, partecipa al congresso nazionale del partito a Trieste e diventa successivamente commissaria regionale del partito.

2018-Alle elezioni politiche del 2018 viene candidata alla Camera nel collegio uninominale Calabria – 06 (Vibo Valentia) per la coalizione di centro-destra (in quota Fratelli d’Italia) e viene eletta deputata contro la candidata del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci e lo sfidante del centro-sinistra, in quota Partito Democratico, Bruno Censore. Per questo motivo, il 7 giugno si dimette dalla carica di consigliere regionale della Regione Calabria, lasciando il posto al neo senatore Giuseppe Mangialavori, che comunque lascerà il consiglio regionale pochi giorni più tardi, optando per Palazzo Madama.

2022-Alle elezioni amministrative del 2022 si candida a sindaco di Catanzaro, dove viene sostenuta dal suo partito, con il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli che partecipa alla campagna elettorale. Non la sostengono invece le altre forze del centro-destra, Forza Italia, Lega, Cambiamo!, Italia al Centro. Al primo turno del 12 giugno ottiene il 9,16% dei voti, arriva quarta e non accede al ballottaggio, ma diventa consigliere comunale.

Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidata alla Camera sia nel collegio uninominale Calabria – 03 (Catanzaro), sostenuta dalla coalizione di centro-destra, che nelle file di Fratelli d’Italia come capolista nel collegio plurinominale Calabria – 01 e in seconda posizione nel collegio plurinominale Sicilia 2 – 03, dove viene rieletta deputata nell’uninominale con il 39,15% (pari a 53 799 voti), davanti a Elisa Scutellà del Movimento 5 Stelle e a Giuseppina Iemma del centro-sinistra .

Con la vittoria del centro-destra alle politiche del 2022 e la seguente nascita del governo presieduto da Giorgia Meloni, il 31 ottobre 2022 viene indicata dal Consiglio dei Ministri come sottosegretario di Stato al Ministero dell’interno nel governo Meloni. Entra in carica il 2 novembre e affianca il ministro Matteo Piantedosi.

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