
Il docufilm che conquista Milano
Pino Nano
“Il mio docufilm. Ma dovrei dire il nostro progetto corale, partito quasi tre anni fa e candidato al concorso Visioni dal Mondo a Milano, dove a settembre si terrà l’anteprima mondiale. L’ho scritto di getto, quando Luca Marino mi ha chiesto se avevo un’idea da presentare alla Calabria Film Commission. Il mio progetto, Nyumba, era un po’ diverso da quello finale: il mio obiettivo era sensibilizzare su storie di vita, cercando di dare un senso a quel cimitero Mediterraneo che ci veniva raccontato dai tg nazionali e internazionali ad ogni sbarco di migranti. Ma era prima del 26 febbraio 2023”.
Anche questa volta Paola Bottero, giornalista per mestiere ma scrittrice di grande forza emozionale, dimostra di avere sul campo i numeri per conquistare con il suo film e il suo soggetto il cuore del mondo internazionale del documentario d’autore, con un soggetto che ha per titolo “Nyumba”.
“Abbiamo coinvolto da subito Francesco Del Grosso, grande regista documentarista, ed abbiamo iniziato il lavoro. Ho contattato gli amici (quanti: che bella eredità di cuori mi ha lasciato la Calabria), a partire da Bruna Mangiola, Maria Paola Sorace, Rosanna Liotti, Carolina Girasole, Pino De Lucia, per individuare le possibili storie da raccontare. Ho iniziato a conoscere migranti, a parlare con loro, a fare le prime interviste per la selezione. Alcune volte solo con Alessandro, altre anche con Francesco. Eravamo a pochi chilometri da Cutro quella tragica notte. E là si è rotto qualcosa: il mio Nyumba era nato per evitare proprio quel tipo di eventi. Sembrava non avere più senso”.
-Come è andata alla fine?
“Ho chiesto tempo, ho aspettato che si formassero altre cicatrici su quel dolore. Ed ho trasformato il nostro in un racconto corale, che parte proprio da quella spiaggia, davanti alla secca. Sono passati mesi. Nel frattempo abbiamo continuato le selezioni: tra la cinquantina di migranti conosciuti abbiamo scelto i nostri 5 protagonisti: Hafsa, Alex, Abdoulaye, Moussa, Sisì. Ciascuno di loro con una storia importante, che in qualche modo conteneva anche tutte quelle dei tanti migranti di cui non vedrete i volti, ma che sono anche loro dentro quell’abbraccio corale con cui si apre il nostro docufilm”.
La fierezza di Paola Bottero, giornalista di grande carisma professionale, è palpabile e travolgente: “Nyumba” -dice qui a Milano- dà voce a chi ce l’ha fatta, senza dimenticare gli oltre 30mila migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Un racconto che sposta lo sguardo oltre l’emergenza e restituisce volti e storie a chi spesso resta invisibile”.
“Durante le riprese al dolore delle vite che raccontavamo si è aggiunto un dolore assoluto, personale, di cui chi mi conosce bene conosce la portata. Un buio assoluto che poco per volta ha fatto intravedere qualche sprazzo di luce, e che ogni giorno sta diventando sempre più un brutto incubo. Ma questa è un’altra storia, che racconterò con il mio Botty. Un progetto corale non poteva che essere corale anche nella lavorazione: ecco che sono arrivati Rachele Strangis con la sua sand art, Marco del Bene con la sua musica, Giulio Tiberti con la sua magia di postproduzione, Gabriele Tropiano con la sua creatività capace di riassumere le emozioni in immagini. E tanti altri, ciascuno parte sostanziale di questo lungo cammino”.
“Nyumba” non è altro che la storia di Abdulaye, Alex, Hafsa, Moussa e Sisì, giovani che provengono da Gambia, Senegal, Sierra Leone e Somalia. Dopo aver attraversato il Mediterraneo, hanno scelto di restare in Italia e fare della Calabria il proprio approdo definitivo.
“A Caulonia, Lamezia, Reggio Calabria e Soveria Mannelli- racconta Paola Bottero– la loro quotidianità prende forma tra nuovi legami, lavoro e senso di appartenenza. Le loro storie si intrecciano in un racconto corale e intimo che parte dal trauma del viaggio per arrivare alla costruzione di un’esistenza nuova. Tra memorie personali e immagini del presente, accompagnate dalla potenza visiva della sand art, prendono forma paure, memorie e speranze: una mappa emotiva di una rinascita possibile.
“Nyumba -così Maurizio Nichetti, direttore artistico del Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo- è un bellissimo documentario su degli immigrati sopravvissuti a una tragedia. Noi contiamo sempre i morti, ma poi nessuno ci racconta cosa succede a quelli che sopravvivono: questo è un documentario molto, molto bello”.
L’anteprima mondiale di Nyumba sarà a Milano al Teatro Litta, in calendario dall’11 al 14 settembre, tra i 12 lungometraggi del Concorso Italiano, cuore della manifestazione. Il tema del 2025, UN PASSO IN PIÙ, con l’invito a “superare l’indifferenza, riscoprire la bellezza del reale e assumersi la responsabilità di uno sguardo nuovo, critico, consapevole in un’epoca segnata da crisi, disorientamento e frenesia” sembra scelto proprio per Nyumba.
“Ribaltare il punto di vista: sono partita da qui. Volevo raccontare storie di vita, sottolinea l’autrice e sceneggiatrice Paola Bottero- focalizzando le narrazioni sull’accoglienza del nostro Paese. Il percorso condiviso con il regista e con il produttore ci ha portati all’individuazione dei cinque protagonisti tra le decine di migranti selezionati. Le loro sono storie rappresentative, capaci di spiegare la scelta di lasciare la propria casa – nyumba in Swahili – e trovarne una qui, in Italia. Sono storie di coraggio, di dolore, ma soprattutto di speranza e di amore”.
Abdulaye, Alex, Hafsa, Moussa, Sisì, dunque: parte dalla spiaggia di Cutro l’intreccio tra il racconto corale del viaggio della speranza e quello individuale, che scava nelle loro vite precedenti in Gambia, Senegal, Sierra Leone e Somalia. La sand art di Rachele Strangis e le musiche di Marco Del Bene accompagnano paure, dolori ed emozioni dei 5 protagonisti, che in Calabria sono sbarcati ed hanno deciso di restare. Perché hanno trovato casa a Caulonia, Lamezia, Reggio Calabria, Soveria Mannelli, da dove hanno narrato la loro quotidianità.
“Ci sono stati momenti così forti, durante i mesi di riprese -racconta il regista Francesco Del Grosso- che abbiamo fatto fatica a mantenere la necessaria distanza emotiva. Con ciascuno dei nostri protagonisti si è creato un rapporto reale, importante: si sono fidati di noi, si sono aperti, hanno raccontato ogni particolare. Un vero lavoro di squadra, con tecnici con cui lavoro da tempo, che come me hanno dato il massimo. Sono davvero contento e orgoglioso del lavoro fatto e di questa selezione a Visioni dal Mondo”.
Pieno di entusiasmo come sempre il presidente della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande che dice: “Come ha sottolineato Francesco Bizzarri, ideatore e Presidente del Festival, Visioni dal Mondo da undici anni si impegna nella valorizzazione del cinema documentario come forma d’arte. Una forma libera per vocazione che scuote, interroga, accende la responsabilità. Ed emoziona. Sono molto contento che Nyumba sia stato selezionato tra i film in concorso, perché racconta la Calabria reale, quella che accoglie e sa di casa, quella “dove si trova il cuore”, per citare Plinio il Vecchio».
“Questo è il primo docufilm prodotto da Indaco Film- dice Luca Marino– e non potevamo partire in modo migliore: quello di Nyumba è un linguaggio vivo, necessario, che racconta il presente con autenticità. Visioni dal Mondo si conferma un osservatorio sul reale, un luogo dove storie invisibili trovano voce e forma. È un vero orgoglio questo primo traguardo: sono certo che ne avremo altri: le storie dei 5 protagonisti sono un ottimo strumento di comprensione del presente, oltre che della nostra bellissima regione”.
Paola Bottero non si contiene, ma è il suo carattere forte che fa di lei la vera protagonista di questa avventura cinematografica: “Io vi ringrazio tutti -scrive sulla sua paginna Fb- e vi chiedo scusa se in questi ultimi due giorni avete letto tanti post su questo piccolo bimbo che sta iniziando a camminare. Ma vi assicuro che ne vale la pena: anche Nyumba ci potrà aiutare ad essere umani. Che ci vuole, di tanto in tanto”. Grande Paola Bottero.