Libri freschi di stampa

Il magistrato Annamaria Frustaci e la cover del suo nuovo libro

La nuova perla letteraria di Annamaria Frustaci

di Pino Nano

“C’è una luce che non si spegne mai, nemmeno nei momenti più bui della nostra vita e della storia del nostro Paese: è la luce della speranza. La speranza di poter vivere in un mondo dove la giustizia non è solo uno strumento che le forze dell’ordine e i magistrati usano per controllare e punire i reati, ma il punto di partenza delle relazioni umane e la base dei nostri comportamenti quotidiani: un principio che ogni giorno ci ispiri scelte basate sul rispetto delle persone, dei diritti e delle libertà di tutti…”.

Tra i libri appena freschi di stampa vi segnalo un bellissimo romanzo della Mondadori, dal titolo “Un sole che mai tramonta: La storia di Nadia e della sua famiglia, vittime innocenti della mafia”. Lo ha scritto una donna magistrato, lei calabrese di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, da anni in prima linea contro la Ndrangheta, è Annamaria Frustaci, una vera e propria icona del sistema giustizia in Italia, che vive da anni sotto scorta e che tra una parentesi e l’altra dei suoi maxi processi contro la criminalità organizzata trova sollievo nella scrittura e nella riflessione delle tante vicende che le capitano ogni giorno sotto gli occhi.

“Un sole che mai tramonta -scrive Annamaria Frustaci-è un racconto nato dalla collaborazione con l’editor Marta Mazza e con la scrittrice Valentina Camerini, che ringrazio immensamente per l’impegno instancabile, per aver creduto in questo progetto e per aver condiviso con me tutte le tappe per realizzarlo. Partendo dalla storia della piccola Nadia Nencioni e della sua famiglia -che nella primavera del 1993 ha scosso profondamente il cine dell’Italia e le coscienze di tanti cittadini, fino a quel momento rimasti indifferenti al tema della mafia- ho voluto raccontare il coraggio dei familiari, “quelli che restano”, la forza di non arrendersi al dolore e di adoperarsi per far conoscere la verità, affinché i ragazzi e le ragazze cui e rivolto il loro messaggio siano i protagonisti e i promotori di un mondo più giusto”.

Dopotutto- aggiunge la scrittrice- non è un caso che il nome Nadia significhi “speranza”: “lo stesso sentimento a cui noi tutti affidiamo questo sogno, impegnandoci concretamente affinché diventi realtà”.

Procuratore della Repubblica e investigatrice per mestiere, scrittrice per passione, ma di grande valenza letteraria e di straordinaria forza linguistica, e ora questo suo nuovo libro, non fa che proiettarla nel grande agone letterario del momento, lei vera e propria testimone del nostro tempo. Trasparente, determinata, incisiva e affascinante come potrebbe esserlo una poetessa che scrive d’amore. Questo di Annamaria Frustaci è un libro forte, pieno di luce, pieno di amore per gli altri, segnato da una forza d’animo a tratti devastante, che parla di speranza e di diritti negati, di giustizia reale e di giustizia sognata, una vera forza della natura.

137 pagine, 27 capitoli diversi, e in quarta di copertina questo “manifesto pubblico”: “La vicenda di cui oggi voglio parlarvi inizia molti anni fa, e vi avviso: è una storia triste e piena di ingiustizie” dice il professor Rocca, appoggiando finalmente la sua valigetta a terra e sedendosi alla cattedra. “E’ una storia che io conosco bene: da ragazzo la violenza della mafia mi è passata accanto, abbastanza vicino perché potessi vederla in tutto il suo orrore”.

Siamo a Firenze, è la notte tra il 26 e il 27 maggio 1993. “La luna illumina via dei Georgofili, vuota e silenziosa. Parcheggiato poco distante dalla torre dei Pulci, c’è un furgoncino bianco. È stato rubato, ed è carico di tritolo, ma nessuno lo sa… Finché non esplode, pochi minuti dopo l’una. L’onda d’urto fa crollare la torre, spezzando così la vita di Nadia Nencioni e quella della sua famiglia”.

In realtà sia questo suo ultimo libro, ma sia anche il precedente “La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia”, hanno tutte le caratteristiche ideali per la platea dello Strega. In questo caso, parliamo di un saggio di straordinaria forza emozionale, soprattutto per i ragazzi e per le generazioni più giovani, che della ndrangheta o della mafia più in generale sanno ancora molto poco.

Firenze, è la mattina del 17 gennaio 2023. Quando il professor Rocca entra in classe con il volto sconvolto, la Terza C capisce subito che quel martedì non sarà come tutti gli altri. Li aspetta infatti una lezione diversa dal solito: parleranno del pericoloso boss della mafia arrestato il giorno precedente dopo una lunga latitanza, Matteo Messina Denaro. Ma il professore sa che, raccontando la sua storia, non può tralasciarne un’altra: quella di una bambina di otto anni, che odiava la pioggia e amava scrivere…

“Ringrazio Teresa Fiume, Patrizia Nencioni e Luigi Dainelli- scrive Annamaria Magistrato- per avermi incontrata, per avermi raccontato la loro storia e per tutto quello che ancora fanno per non dimenticare”.

In realtà la storia della famiglia Nencioni si lega alle stragi di mafia del biennio 1992-1993, di cui furono vittime, tra gli altri innocenti, i giudici Falcone e Borsellino. Un nuovo romanzo, dunque, “per ricordarla e per non smettere di credere nella giustizia, che può illuminare le scelte umane e cambiare in meglio i destini del mondo”.

Racconta Annamaria Frustaci: “Ogni giorno è un giorno di lutto per le persone che erano vicine alle vittime, ma chi è rimasto ha trasformato il dolore in memoria, tenuta viva raccontando la storia di Nadia, Caterina, Fabrizio e Angela, che poi è anche la storia dei fiorentini e di tutti gli italiani. Il loro impegno è stato costante negli anni, diventando impegno civile, per testimoniare le tragiche conseguenze delle terribili azioni della criminalità organizzata. I parenti di Nadia ancora oggi vengono ospitati nelle scuole per raccontare ai ragazzi l’orrore della mafia, perché non si affievolisca il ricordo dì quella tragica strage che sconvolse la città di Firenze, per trasmetterlo alle nuove generazioni, convinti che la criminalità vada affrontata anche, e soprattutto, con l’educazione, cominciando proprio dalle aule di scuola. Come disse lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino: «La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari». Bellissimo, davvero bellissimo.

Una vita sotto scorta

Ma chi è Annamaria Frustaci? È nata a Catanzaro e cresciuta a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio. Dopo essersi laureata con il massimo dei voti in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Pisa, nel 2010 è diventata magistrato ed è tornata a Catanzaro per svolgere la formazione, spostandosi poi alla procura di Reggio Calabria, dove ha lavorato con Nicola Gratteri. Dopo altri incarichi, nel 2016 è di nuovo a Catanzaro per lavorare nel pool antimafia, costituito dallo stesso Gratteri, che ha rivelato legami tra criminalità organizzata, politica e imprenditoria. Da quattro anni vive sotto protezione. Annamaria aveva quattordici anni quando il magistrato Gherardo Colombo è stato in visita al liceo classico che frequentava. Quell’incontro le ha insegnato che è sempre possibile cambiare le cose e lottare per la legalità, anche quando si vive in territori difficili.

Oggi, dopo “La ragazza che voleva sconfiggere la Mafia”, è nato “Un sole che mai tramonta”, un secondo straordinario best seller, che vi consiglio di leggere e di distribuire nelle scuole. Ne vale davvero la pena. (pino nano)

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