Pino Nano al Salone del Libro

Made in Calabria, Storie di Talenti e Eccellenze

di Pino Nano

Pino Nano al Salone del Libro 2025

Me lo sono chiesto per anni, ma senza mai trovare una risposta che mi convincesse davvero fino in fondo. Qual è la Calabria che vale davvero la pena di raccontare a chi oggi vuole saperne di più di questa terra che per certi versi è ancora “terra maledetta”, “terra lontana” terra tradita”, “terra delusa”, “terra di immensa solitudine e di emigrazione senza fine?” Addirittura fatalmente di peggio, “terra di ‘ndrangheta”?

Non c’è angolo del mondo dove io non sia stato e dove non abbia sentito ripetermi in tutti questi anni la solita frase di circostanza: “Calabria? Terra di Mafia?.

Ho pensato allora di andare alla ricerca di storie personali, che potessero in qualche modo raccontare questa terra in maniera diversa dagli schemi tradizionali della cronaca giornalistica. Non insomma le solite inchieste di malaffare e di violenza, ma la Calabria delle Eccellenze, le storie di figli illustri di questa terra che altrove sono diventati famosi, uomini e donne di successo, che oggi governano il futuro, che hanno una visione internazionale della vita e del mondo, che parlano più lingue diverse, e che ogni giorno si confrontano con i grandi temi del momento, dalla medicina alla ricerca scientifica, dall’impegno istituzionale al volontariato, dalla musica all’arte, dalla politica alla filosofia, dalla vita reale delle loro nuove metropoli ai grandi interrogativi che pesano sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, insomma tutto quello che i nuovi filosofi  chiamano ormai  il “Nuovo Umanesimo”.

È partita così questa sfida. Quando proposi per la prima volta al direttore del quotidiano Calabria Live, Santo Strati, un format alternativo per il suo Inserto Speciale della domenica, lui mi diede carta bianca, ed è così che settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, l’elenco dei “Calabresi da raccontare” è andato aumentando sempre di più, riempendo non solo il mio taccuino da viaggio, ma soprattutto anche la mia vita e il silenzio assordante delle nostre città di questi ultimi anni di Covid.

Ne è nato una sorta di diario di viaggio, è il cronista che si rimette le scarpe consumate e più comode per andare alla ricerca di ciò che non è mai stato raccontato prima con tanta dovizia di dettagli e di particolari, con dentro il

desiderio intimo di capire come si fa a nascere nel posto più sperduto della Calabria e arrivare poi ai vertici delle grandi aziende industriali del momento, o ai vertici dei più grandi giornali italiani, o ancora di più ai vertici delle massime istituzioni politiche di questo paese?

Penso per esempio all’ex Presidente dell’INPS Pasquale Tridico, oggi Europarlamentare, che è nato e cresciuto in una realtà rurale dominata dai mandriani di pecore, nell’alto ionio cosentino, e che arriva ai vertici del più importante Istituto di previdenza in Italia, mentre le maggiori università americane lo corteggiano perché lui lasci l’Italia e vada negli USA a insegnare management ed economia ai giovani industriali americani.

Così come penso alla professoressa Franca Melfi che oggi il mondo ci invidia per il modo come solo lei sa usare il robot Da Vinci, e proprio per questo viene chiamata in ogni parte del mondo per spiegare cosa un robot meccanico riesca a fare oggi in sala operatoria contro i tumori più irraggiungibili del corpo umano. E poi scopro che un ragazzo nato e cresciuto a Serra San Bruno, all’ombra della certosa, si chiama Giuseppe Averta, oggi viene considerato dai ricercatori americani il guru della robotica moderna. Mentre alla Nasa due scienziati, uno originario di Gioiosa Ionica, Roberto Furfaro, l’altro di Cosenza, Alfredo Garro, lavorano per mandare la prima donna sulla luna. Così anche Mario Bruno Lanciano, dopo che la sua famiglia lascia Badolato in cerca di fortuna lui oggi costruisce gallerie e ponti in ogni parte del mondo. O ancora, la storia di Marilena Greco che a diciotto anni lascia Cariati per inseguire i suoi sogni, e oggi vive in Norvegia dove insegna i segreti degli oceani agli scienziati di tutto il mondo, che la considerano una vera icona della ricerca scientifica.

Lo confesso, mi sono divertito molto a dare corpo e vita a questo mio diario di viaggio, e devo anche riconoscere che ho incontrato in questi mesi persone straordinarie, donne e uomini che mi hanno raccontato la loro vita come se io li conoscessi da sempre, che si sono fidati ciecamente di quello che io avrei scritto di loro, che mi hanno affidato i segreti più particolari della loro infanzia a volte negata, che mi hanno raccontato i loro sogni e le loro difficoltà inziali, grandi medici, grandi scienziati, grandi imprenditori, scrittori e intellettuali, grandi giornalisti, grandi uomini e grandi donne della Repubblica.

Penso all’attuale Sottosegretario di Stato agli Interni, Wanda Ferro, una donna che ha dedicato tutta la sua vita all’impegno civile e alla lotta contro il mondo organizzato del crimine. Penso ad alti ufficiali dell’Arma dei Carabinieri come Franz Chiaravalloti e Annamaria Putortì, o allo stesso prefetto Luigi Carnevale, che per anni in Vaticano è stato l’ombra fedele e il solo vero responsabile personale della sicurezza di Papa Francesco. Ma penso anche ai futuri possibili ambasciatori del nostro Paese, come il giovane diplomatico cosentino Francesco Guarascio, o all’attuale Console Generale d’Italia a Londa Domenico Bellantone, che è vanto della Farnesina nel mondo

Penso a conduttori televisivi di grande empatia, come Alberto Matano e Elisabetta Gregoraci, o a giornalisti e fotoreporter che hanno segnato la storia della Repubblica, Peppino Gallizzi al Corriere della Sera, Pino De Pietro alla Prensa di Buenos Aires, Rino Barillari al Messaggero, Mario Carbone al seguito di Primo Levi a Eboli, Annalisa Cuzzocrea ai vertici della Stampa, una delle testate storiche più prestigiose del Paese, Manuela Conte prima al Parlamento Europeo e oggi al Viminale, lo scrittore Mimmo Nunnari che con i suoi libri ha fatto del Mediterraneo un tema di dibattito ormai internazionale, e poi ancora Terry Boemi che ricorda il trionfo e la tragedia di suo padre Tony Boemi, fondatore della prima vera grande televisione privata in Calabria, o Valeria Santoro che pur essendo madre di tre figli rimane punto di riferimento del mondo della comunicazione in Italia.

Sono tutti figli di questa straordinaria terra di Calabria. L’elenco finale è davvero lunghissimo e pieno di storie personali e pubbliche di grande fascino e di grande impatto emozionale. Almeno per me così è stato.

Quello che vorrei che ognuno di voi trovasse nei racconti qui proposti, e in quelli che verranno nei volumi successivi a questo, e che Calabria Live ha pubblicato nel corso di questi mesi e di questi anni, è l’emozione di essere calabresi fino in fondo. Parlo naturalmente della fierezza e del senso dell’appartenenza che traspare forte in ogni storia raccolta, e della voglia forte di gridarlo al mondo.

 Il mio vero grande desiderio è oggi quello di poter dimostrare con questi racconti che non tutto ciò che si muove in Calabria va letto in chiave negativa.

Vedete, io vengo da una realtà molto difficile, sono nato e cresciuto in un piccolo paese del vibonese, che si chiama Sant’Onofrio, e dove per anni la linea di demarcazione tra ciò che era bello e ciò che era invece brutto era fortemente labilissima, eppure io sono cresciuto con la certezza assoluta che la parte migliore del mio paese alla fine avrebbe fatto dimenticare tutto il resto e sarebbe prevalsa su tutto il resto.

Vi confesso anche che questa è stata una delle parentesi professionali più piene della mia vita, perché dopo tantissimi anni di televisione sono finalmente ritornato al mio primo vero amore, che era la scrittura, la carta stampata, e questo è il racconto fedele della vita dei miei nuovi “compagni di strada”, questa volta io finalmente completamente lontano dalla nevrosi della messa in onda quotidiana della radio o della televisione che ti impone ritmi a volte allucinanti, ti toglie il respiro, non ti dà mai tregua, e spessissimo ti sottrae anche all’approfondimento e alla ricerca attenta e scrupolosa delle fonti. Cosa che invece nel silenzio del mio studio oggi mi è quasi naturale fare, e per certi versi anche esaltante.

Vi confesso anche che attraverso le storie che qui ho raccontato, qui naturalmente troverete solo le ultime storie pubblicate da Calabria Live (presto verranno le atre), ho imparato mille cose nuove, che prima non sapevo, che non conoscevo, e che mi hanno proiettato in una dimensione mai esplorata prima.

Alla fine mi sono innamorato della vita dei miei personaggi, e mi sono sentito a volte così vicino a loro da raccontarli con grande amore e con grande trasporto, come se io avessi condiviso davvero con tutti loro un tratto importante della strada percorsa da ognuno di loro, e questa è una  sensazione molto bella che mi porterò dentro per sempre, e di cui non finirò mai di dire ad ognuno di loro grazie per questo nostro incontro assolutamente spassionato e felice.

In ognuna di queste storie troverete un unico filo conduttore, che non era voluto, ma che è reale, ed è questo rapporto viscerale e ancestrale che lega ancora ogni protagonista di questo mio viaggio alla propria terra di origine, ai propri ricordi, alle emozioni della propria infanzia, ai loro primi amori in paese, ai loro primi incontri importanti, e poi al loro primo viaggio in treno verso l’infinito.

Chi in Italia, chi in Europa, chi in America, chi in Arabia Saudita, chi in Cina o chi in Giappone, persino al Polo Nord, ognuno di loro mi parla della sua terra natale, dei suoi amici più cari, dei suoi vecchi che non ci sono più, soprattutto i nonni, e di questo sogno visionario di voler diventare un numero uno nel mondo, un sogno che alla fine li ha però allontani e li ha portati via per sempre dalla Calabria.

Qui lo dico e qui lo nego, ma sarebbe bellissimo un giorno poterli avere tutti insieme sullo stesso palco, in una stessa location, magari nel grande Teatro Politeama di Catanzaro, o al Rendano di Cosenza, o nel bellissimo anfiteatro naturale sul mare di Reggio Calabria, per festeggiare con loro le loro vittorie e i loro traguardi eccellenti, e dire loro grazie per aver dato, nel mondo, con il proprio esempio e il proprio calore umano, l’immagine fiera di una terra finalmente diversa da quella che per troppi anni è stata patrimonio dell’immaginario collettivo generale.

Ma soprattutto per dire al mondo che ci guarda, sempre e con tanta insistenza e spesso ancora anche con troppi pregiudizi, che tra i grandi protagonisti della modernità e delle sorti del mondo ci siamo anche noi, poveri figli di Calabria, ex ragazzi ed ex ragazze di Calabria che lontani da casa propria hanno reso grande la tradizione della propria gente e hanno fatto onore a chi invece ha scelto di rimanere al Sud per sempre.

Penso a Patrizia Piro, oggi Prorettore dell’Università della Calabria, a Pasquale Fratto, il padre della cardiochirurgia agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, a Bruno Nardo che dopo i primi trapianti d’organo alla scuola americana di Pittsburgh è tornato ora a Cosenza, a Mara Panajia che oggi è Presidente di uno dei colossi dell’industria chimica italiana, ai vertici della Enkel, a Sandra Savaglio la donna che ha insegnato al mondo ad amare le “stelle”,  alla stessa Carla Morogallo che a Milano dirige la Triennale e ogni giorno parla almeno cinque lingue diverse, o allo stesso Santo Versace che non perde mai occasione di raccontare in giro per il mondo la bellezza della sua terra natale e dei suoi anni a Reggio Calabria, e da qualche anno anche l’impegno e la solidarietà della Fondazione che oggi porta il suo nome e che lui insieme a sua moglie Francesca De Stefano Versace utilizza per aiutare donne sempre più sole e aggredite dalla vita..

Ecco, se vogliamo queste cover di Calabria Live sono un segno vero della nostra grandeur, della nostra voglia di riscatto, della nostra rabbia, del nostro amore per gli altri, della nostra capacità di costruire sogni impossibili e di vederli alla fine anche realizzati.

Made in Calabria, è soprattutto questo. E’ il racconto personale e intimo di alcune delle tante eccellenze calabresi che oggi vivono negli angoli più sperduti del pianeta e che hanno ancora molte cose da spiegare da raccontare e da insegnare agli altri.

Un racconto che non finisce qui naturalmente, e che per quanto mi riguarda andrà avanti fino a quando avrò in corpo questa voglia quasi folle di raccontare la mia gente e le emozioni più belle del popolo di Calabria. La voglia, ma soprattutto anche la forza per farlo.

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