
Appena fresco di stampa l’ultimo libro di Bruno Vespa “Finimondo. Come Hitler e Mussolini cambiarono la Storia. E come Trump la sta riscrivendo”, è già un evento editoriale ed un record di vendite.
di Pino Nano
Edito da RAI Libri e Mondadori Editore, è stato presentato ufficialmente alla stampa nei giorni scorsi al Tempio di Adriano a Roma e “dedicato -scrive lo stesso Bruno Vespa- al nipotino Tommaso Stefano che è il mio futuro”.
Parterre come sempre, delle grandi occasioni, Vespa rimane Vespa e non si discute, e a parlarne con lui al Tempio di Adriano ci sono il ministro degli esteri Antonio Tajani, e il leader di Azione, Carlo Calenda, scelta questa non casuale, secondo i notisti parlamentari più navigati, perché l’ipotesi di “un riavvicinamento al centrodestra dell’ex ministro Calenda circola da un bel po’”.

Alla fine della presentazione del volume il Segretario Generale della FIGEC Carlo Parisi -nella sua duplice veste anche di Direttore di Giornalistitalia.it– gli ha portato i saluti del nuovo sindacato italiano, manifestandogli apprezzamento e ammirazione per il lavoro che “Bruno Vespa svolge da sempre al servizio dell’informazione corretta e trasparente in questo nostro Paese”. Esempio di pluralismo radicale- dice Carlo Parisi allo stesso Vespa- “Che è un esempio di stile e di vita e di mestiere per tutti noi”.
Ma veniamo al libro.
“Finimondo” – dice Bruno Vespa- è un titolo che ho scelto perché nel libro parlo di due “finimondi”: quello della Seconda guerra mondiale che distrusse l’Europa e quello del presidente degli Usa Donald Trump che sta ricostruendo in quattro e quattr’otto il nuovo ordine mondiale”.
Si passa dunque dalla morte di Hitler e Mussolini, con largo spazio anche alle figure femminili di Claretta Petacci e di Eva Braun che decisero di seguire i loro uomini, fino all’ultimo, a Trump, anche qui sempre con le mogli, Ivana e Melania, che hanno accompagnato la sua carriera politica.
Il libro racconta in realtà il passaggio da un «finimondo» all’altro, dall’orrenda conclusione della seconda guerra mondiale, “con la morte violenta e quasi simultanea di Hitler e Mussolini, all’inatteso sconvolgimento dell’ordine mondiale per opera di Donald Trump”.
Dice Vespa: “Mai dal 1945 l’Europa si è sentita così intrappolata dalla fine dell’atlantismo, decisa per decreto dal presidente americano, e dalla crescente aggressività russa in Ucraina e nell’Europa dell’Est, nella sostanziale indifferenza degli Stati Uniti”.
Vespa racconta Trump a tratti con grande enfasi, “perché in realtà esercitando con brutalità la supremazia economica, diplomatica e militare, Trump è riuscito a imporre una tregua a Gaza dopo due anni di massacri compiuti da Israele in risposta all’orribile strage del 7 ottobre 2023 per mano dei terroristi di Hamas”, ma a tratti anche con un pizzico di giustificata diffidenza.
Trump – alla cui biografia Bruno Vespa dedica un denso capitolo- con una raffica di decreti esecutivi “ha sconvolto immediatamente la vita politica e sociale statunitense e, con una guerra dei dazi che non conosce soste, la stessa stabilità commerciale dell’Europa. Il presidente americano -scrive Vespa- subisce il fascino del nuovo zar e, nel vertice dell’agosto 2025 ad Anchorage, in Alaska, lo ha riportato all’onore del mondo. Poi, con una sana brutalità che nessun altro avrebbe potuto consentirsi, è riuscito a imporre al primo ministro israeliano Netanyahu e ai dirigenti di Hamas una difficilissima tregua, seguita dall’ordine, ancora più importante e clamoroso, a Israele di non annettere la Cisgiordania, passo essenziale per la creazione di due Stati per due popoli”. Visto che sei così bravo, gli ha detto Zelensky, perché non imponi anche a Putin la tregua in Ucraina senza donargli tutto?”
E qui Vespa riscopre la sua grande capacità di analisi politica, non solo politica italiana ma ormai anche quella internazionale, e racconta da par suo, in maniera davvero magistrale, come “i mutamenti di opinione di Trump sono talmente repentini che nemmeno un quotidiano riesce a stargli dietro, figuriamoci un libro”.
Ma, mentre alla fine di ottobre 2025 abbiamo chiuso il nostro progetto editoriale- sottolinea Vespa- “il rifiuto improvviso di incontrare di nuovo Putin e le sanzioni petrolifere inflitte alla Russia hanno sorprendentemente coinvolto la Cina e l’India, e potrebbero risultare decisive per indurre il dittatore russo alla ragionevolezza”.
Ma non poteva mancare in un libro di Bruno Vespa il riferimento all’attualità italiana più stringente, con una premier come Giorgia Meloni che è diventata nei fatti una delle grandi protagoniste della politica mondiale e che colloquia a tu per tu con lo stesso Trump come se i due si conoscessero da sempre.
Giorgia Meloni – racconta Bruno Vespa– ha festeggiato il terzo anno di governo (il terzo più longevo della nostra Repubblica) mantenendosi ancorata alla tradizione europeista, pur facendo da interlocutrice privilegiata nei rapporti con Trump e “ i suoi crescenti consensi garantiscono all’esecutivo una stabilità curiosamente unica in Europa, visto che i suoi due partner principali, Antonio Tajani e Matteo Salvini, che qui raccontano le loro diverse strategie, nonostante le forti differenze di vedute in campo internazionale non sfiorano mai il punto di rottura”.
In cambio della sua narrazione, e del modo affabile e avvolgente con cui Bruno Vespa presenta il suo ultimo lavoro, la platea del Tempio di Adriani gli riserva applausi ripetuti e a scena aperta, per la gioia immagino anche di sua moglie, il magistrato Augusta Iannini -già capo dell’ufficio legislativo del Ministero della giustizia e già membro dell’Autorità Garante della Privacy- che è qui in prima fila a seguirlo come sempre.
Nessuno ci crederebbe, eppure Giorgia Meloni confida a Bruno Vespa retroscena familiari legati alla lunga permanenza a palazzo Chigi, i dialoghi di Giorgia con la sua bambina, i trascorsi romantici della madre, i frequentissimi incontri con Trump, i contrasti con Elly Schlein, la battaglia per il referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati, vero punto di partenza della campagna elettorale per le elezioni del 2027”. E tutto questo mentre Guido Crosetto gli spiega perché la sconfitta dell’Ucraina porterebbe l’Europa virtualmente in guerra con la Russia.
Con Elly Schlein, molto critica sull’attuale governo, Vespa invece riflette sulla “progressiva radicalizzazione del Pd, contestata dalla minoranza riformista interna”, e con Giuseppe Conte su un Campo che sarà «largo» soltanto dopo un’intesa all’immediata vigilia delle elezioni politiche.
Mai un libro è stato così aderente all’attualità di questi mesi e di queste ultime settimane politiche.
Nell’ampia parte storica del libro, invece, che è la parte iniziale, il vecchio giornalista RAI racconta la drammatica inversione dei rapporti tra Hitler e Mussolini a partire dal 1938, quando con il «patto d’acciaio» il Duce si mise totalmente nelle mani del Führer, seguendolo nella rovinosa campagna di Russia. E questo fino ai suoi ultimi giorni di vita, tradito dai tedeschi che lo consegnarono ai partigiani di Dongo.
Davvero bellissima per esempio la descrizione che Bruno Vespa ci regala della Roma di Mussolini che si prepara a ricevere la visita del Fuhrer: “Nelle sue memorie, Paul Schmidt, il giovane interprete poliglotta al seguito di Hitler, ricorda di essere rimasto molto impressionato dall’indescrivibile accoglienza» riservata al Führer: <<Per l’occasione era stata costruita una stazione speciale. Splendide carrozze a quattro cavalli ci condussero in citta … Procedemmo davanti a grandi fontane illuminate, per l’antica via dei Trionfi che corre accanto al Palatino”.
Ma la vera chicca di questo saggio è ancora un’altra ed è fatta di pagine intense interamente dedicate ai rapporti dei due dittatori con le loro amanti, Eva Braun e Claretta Petacci, “fatti di insospettabili tenerezze e acute gelosie, in un tragico crescendo culminato nella decisione comune di morire accanto ai loro uomini”.
Non si discute, Vespa è Vespa, e ricordo che lo era già anche 45 anni fa quando lui al TG1 era ancora “uno dei tanti”, ma già allora si percepiva questo suo straordinario carisma professionale che lo avrebbe poi consacrato di fatto – per intere generazioni, come la mia per esempio- un vero maestro di giornalismo, non solo televisivo. Io lo ammiro da allora.

L’autore
Bruno Vespa (L’Aquila, 27 maggio 1944) ha cominciato a 16 anni il lavoro di giornalista. Dopo la laurea in legge con una tesi sul diritto di cronaca, nel 1968 si è classificato al primo posto nel concorso che lo ha portato alla Rai. Dal 1990 al 1993 ha diretto il Tg1. Dal 1996 la sua trasmissione «Porta a porta» è il programma di politica, attualità e costume più seguito. Per la prima volta nella storia, vi è intervenuto un papa, Giovanni Paolo II, con una telefonata in diretta. I suoi «Cinque Minuti» dopo il Tg1 delle 20 sono l’informativo più ascoltato della televisione italiana. Ha vinto tutti i principali premi giornalistici italiani. Non ancora maggiorenne cominciò a scrivere di sport per il quotidiano Il Tempo, entrando a 18 anni in RAI come cronista radiofonico e rimanendovi a tempo indeterminato dopo aver vinto un concorso nazionale per radio telecronisti. La sua scalata ai vertici del Tg1 iniziò nel 1976 come inviato, toccando il massimo traguardo dal 1990 al 1993 con la carica di direttore del telegiornale. Dopo aver portato nelle case degli italiani i principali fatti di cronaca nazionale, dalla strage di Piazza Fontana al ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, nel 1996 passò al talk show con la conduzione di Porta a Porta, confermatosi nel tempo il principale “salotto” televisivo per politici e personaggi famosi. È sposato dal 1975 con la magistrata Augusta Iannini, già capo dell’ufficio legislativo del Ministero della giustizia e già membro dell’Autorità Garante della Privacy, da cui ha avuto i figli Federico, ex giornalista di RTL 102.5 e Alessandro, avvocato d’affari. Premiato tre volte a “Saint Vincent” per la carriera in TV, è autore di saggi di grande successo. Con Mondadori ha pubblicato: Storia d’Italia da Mussolini a Berlusconi, Vincitori e vinti, L’Italia spezzata, Viaggio in un’Italia diversa, Il Palazzo e la piazza, Italiani voltagabbana, Soli al comando, Rivoluzione, Perché l’Italia diventò fascista, Perché l’Italia amò Mussolini, Perché Mussolini rovinò l’Italia, La grande tempesta e Il rancore e la speranza. Con Rai Libri ha pubblicato: Luna (2019), Bellissime! (2020), Quirinale (2021) e Donne al potere (2022).
