
Mario Nanni, Premio alla Carriera ma anche alla Memoria
di Pino Nano
“Sulla giostra della memoria” è uno degli ultimi libri del giornalista e scrittore Mario Nanni, (384 pagg, Media&Books 2021) e in cui il famoso giornalista pugliese raccontava se stesso.
In questo suo libro, il giornalista racconta scene e personaggi di un Salento d’altri tempi, memorie familiari, ricordi di scuola, figure di Maestri e professori, esperienze professionali, fino al passaggio al giornalismo parlamentare, nel cuore dei palazzi del Potere.

Sulla giostra della memoria è un viaggio nel tempo della vita, il tempo che è “volato via”, alla ricerca quasi affannosa di sensazioni lontane, di odori e di madeleines di proustiana memoria, in fondo tanta malinconia, per ritrovare poi storie, incontri, personaggi e momenti di cui si sono perse le tracce. E Mario Nanni, allievo e soprattutto amico personale di Sergio Lepri, che lo volle all’ANSA come attento e severissimo cronista parlamentare, questa volta lascia da parte le cronache politiche di Montecitorio, e il racconto dettagliato del Parlamento a cui ci ha abituati, per riscoprire il suo passato, che sono poi le sue origini salentine, il suo amore per la terra natale, il ricordo affettuoso dolcissimo ed emozionante del padre calzolaio, della madre che aveva una istintiva ammirazione per la filosofia, del nonno massaro, del bisnonno fattore.
Meravigliosa famiglia e dinastia d’altri tempi. E Mario, in questa sorta di romanzo autobiografico, dà voce a tutti questi straordinari personaggi della giostra della sua vita, profumati e intrisi di cultura ‘’popolare’’, impastati di una tradizione sapienziale che ha anch’essa una sua identificazione e nobiltà essenziale rispetto alla cosiddetta ‘’cultura alta’’. Perché non riconoscerlo? L’uso frequente del dialetto, ovviamente con traduzione a fronte, dà nella citazione di proverbi, poesie tramandate lungo le generazioni, aneddoti, un colore e un sapore di altri tempi, un umus indimenticabile per chi come noi ha girato il mondo perdendo però alla fine il senso fisico delle proprie origini, una girandola di uomini e cose che pur vivendo “Sulla giostra della memoria” da almeno sei generazioni diverse, scuote profondamente le corde della nostalgia del “piccolo mondo antico” che sopravvive in ognuno di noi.

Il racconto delle prime esperienze scolastiche, dalle scuole elementari all’Università, “mai semplicemente autobiografico” – confessa Mario Nanni- dà lo spunto allo scrittore per parlare di “certi metodi educativi scolastici del passato, per esempio delle famose punizioni corporali”, ma questo gli serve per raccontare meglio figure e storie di Maestri che hanno lasciato traccia profonda nella sua vita in termini di “magistero morale”. Un modo per dire grazie al suo vecchio mondo, insomma, perché dietro il successo finale del grande giornalista parlamentare c’è tutta una storia passata di formazione e di crescita culturale fortemente radicata alla sua terra natale.
In questo libro viene fuori un Mario Nanni davvero inedito, scrittore e romanziere insieme avvincente e coinvolgente, che usa una scrittura leggibilissima, fresca, moderna, piena di humor e autoironia, e che Mario non risparmia neanche a sé stesso. E proprio per effetto della scrittura, in alcuni tratti del suo libro si respira un’atmosfera da romanzo, è il dipanarsi di una favola moderna, adatta e ideale anche per i lettori più giovani, perché in “Sulla giostra della memoria” vengono descritti in maniera dettagliatissima e quasi maniacale usi costumi e tradizioni di epoche ormai passate. Ed è tutto questo materiale di memoria che oggi, grazie a Santo Strati, il direttore della collana editoriale Media&Books, è diventato un volume di grande impatto emozionale.
Basti solo pensare all’utilizzo in questo libro del dialetto salentino, sapientemente distribuito a caratterizzare persone e “modi di dire” tipici di un mondo che appare sempre più lontano da noi, ma che Mario Nanni mira a riportare in vita per effetto del “ricordo”, e che coinvolge ulteriormente il lettore che avrà modo di scoprire affinità e assonanze a volte universali.

La chiave ideale per leggere questo libro è racchiusa già nel titolo: “Sulla giostra della memoria”. È sulla “sua giostra” che l’autore invita il lettore a salire, per fare alcuni giri insieme a lui, attraverso lo spazio e il tempo, nel variare dei luoghi e delle stagioni, una di quelle giostre da paese, piene di colori sgargianti, identiche a quella che oggi trovate ai piedi della chiesa di Saint Pierre de Montmartre a Parigi, icona storica ormai dell’eterna magia di uno dei quartieri più famosi di Francia, terra incontaminata di poeti e pittori di strada. Per assistere a scene e a episodi mai raccontati o confessati prima d’ora a nessuno prima d’ora, per ascoltare parole e racconti, per rituffarsi nel microcosmo della “masseria del Fiume”, con le immagini di vita quotidiana e i suoi mille personaggi del tempo. Poi lungo i vari anni della scuola, e quelli successivi, visti dall’alunno, dallo studente, dall’insegnante, dal giornalista, fino ai giorni nostri, al mondo della politica e del Parlamento. Accade insomma in questo libro quello che accade sul lettino dello psichiatra, a cui alla fine racconti non solo la tua vita reale, ma anche i tuoi sogni e le tue visioni, perché alla fine ognuno di noi si porta dentro il Dna del visionario e dell’illusionista. Che sarebbe la vita senza questo pizzico di geniale follia?
Bene, in ognuna di queste location esistenziali che lo scrittore ci propone, emergono fatti figure e situazioni il tutto descritto con profonda amabilità ma anche con profondo distacco. Tra tutte campeggia, come persona di riferimento, quella di “massaro Paolo”, personaggio carismatico della campagna del Salento, “filosofo di fatto”, il suo umorismo, la sua non comune capacità affabulatoria, la sua forza attrattiva di seduzione intellettuale fino a tarda età, la contagiosa sapienza pratica e la scienza della vita, che Mario Nanni traduce nel suo libro in racconti, riferimenti, citazioni, narrazioni, motti, modi di dire, frasi sapienziali, poesie d’amore, ed epigrammi. Un patrimonio verbale e sonoro tramandato di padre in figlio, e qui recuperato e sottratto all’oblio. Esperimento perfettamente riuscito e davvero meraviglioso.
Ma veniamo all’autore, che per altro non ha bisogno di presentazioni almeno tra i giornalisti italiani, di cui è stato per lunghissimi anni punto di riferimento e maestro di giornalismo.
Salentino, di Nardò, viveva a Roma dal 1975, laureato in Filosofia, abilitato in Scienze umane e storia. Se ne è andato via all’impovviso, aprile del 2025, divorato dal cancro. Giornalista professionista dal 1976, giornalista parlamentare dal 1977. Ha seguito le famose Commissioni d’’inchiesta su Moro, P2, e Sindona, la Commissione Antimafia, le Commissioni bicamerali per le riforme istituzionali. È stato capo della redazione politica e poi capo redattore centrale dell’Ansa. Ha seguito i più importanti avvenimenti della politica italiana durante un quarantennio. Ha scritto: ‘’Lessico parlamentare’’, in AA.VV, ‘’Dizionario della Comunicazione, Le Monnier, 1995, ‘’Il curioso giornalista. Come vestire le notizie’’, Media&Books, 2018; ‘’Il caso Moro, il passato che non passa’’, saggio-intervista in G. Giovannetti, ‘’Passi perduti’’, Giappichelli, 2018; ‘’Parlamento sotterraneo, Figure e scene di ieri e di oggi’’, Rubbettino, 2020. E ultimo in ordine cronologico “Il Caso Becciu, (In)Giustizia in Vaticano, un libro che ha fatto scapore e che ha riaperto in Italia il dibaitttio sopito du uno dei processi più contrversi della storia della Chiesa di Papa Francesco.Si occupa di problemi di scrittura, di tecnica giornalistica e di storia politica. Svolge attività didattica in master universitari di giornalismo. Collabora ancora con ‘’Nuova Antologia’’ e ‘’La Gazzetta del Mezzogiorno’’.
Se posso permettermi di dare un suggerimento -scrivevo prima che lui volasse in cielo- a chi ci legge dico solo questo: “Leggetelo questo suo ultimo libro, ma dopo averlo letto cercatelo Mario Nanni, la casa editrice vi metterà in contatto con lui, e invitatelo a parlare, perché dal vivo i suoi racconti sono ancora più belli e più completi di quanto lui non abbia raccontato della sua “Giostra”.
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